L’hacking del cervello

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I progressi scientifici rendono oggi possibile disciplinare l'attività cerebrale, con conseguenze rilevantissime già all'inizio di un percorso che sappiamo fino dove possa portare

Il cervello funziona grazie alla trasmissione d’impulsi elettrici, così conoscendo i suoi circuiti e disponendo di strumenti capaci di emettere appropriati e puntuali stimoli elettrici, ora è possibile disciplinare, correggere e potenziare le attività cerebrali. E siamo solo all’inizio.



RAUL ARBOLEDA/AFP/Getty Images)

LE NOVITÀ – Business Insider propone un’intervista a Gary Marcus, professore di psicologia alla New York University e coautore di «The Future of the Brain: Essays by the World’s Leading Neuroscientists», che in sintesi presenta un futuro delle neuroscienze nel quale sarà comune la pratica di potenziare il cervello attraverso stimoli elettrici e anche quella d’impiantare chip o strumenti connessi al cervello, che facciano da ponte verso la rete o che siano deputati a gestire al meglio alcune funzione cerebrali.

IL FUTURO È GIÀ QUI – Sembra fantascienza, ma in pochi anni i progressi delle neuroscienze e della tecnica hanno portato alla concezione e realizzazione di strumenti capaci di «riparare» deficienze cerebrali e ormai anche di trattare patologie quali la depressione, l’epilessia o le dipendenze. Da qui alla realizzazione di connessioni capaci di rendere la vista ai ciechi connettendo la corretta porzione del cervello a una telecamera o l’udito ai sordi connettendo dei microfoni.
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LO STATO DELL’ARTE – Sono tutte tecniche di stimolazione cerebrale e i filoni di ricerca sono molteplici e differenziati e ovviamente mancano ancora i risultati a lungo termine di questo tipo di stimolazioni, alcune delle quali si sono rivelate capaci di dare notevole sprint e utili capacità anche a cervelli sani e normalmente efficienti come nel caso della stimolazione transcranica con correnti dirette, già in sperimentazione su qualche centinaio di pazienti, che promette di ampliare sensibilmente le capacità cognitiveUn futuro che è già qui e che nelle sue prossime evoluzioni, con l’aumentare della conoscenza della mappatura e del funzionamento cerebrale e delle capacità tecniche, promette d’integrare dispositivi sempre più versatili e integrati permanentemente. L’idea di poter disporre di tali potenziamenti apre le porte a questioni etiche notevolissime che per ora nessuno sembra voler affrontare, anche se tali livelli di modificazione tecnica dell’essere umano pongono problemi del tutto simili a quelli posti dall’ingegneria genetica, probabilmente come spesso accade ci ritroveremo a discuterne all’emergere delle prime conseguenze sgradevoli.