Con circa 9.000 morti nell’anno appena passato l’Iraq segna livelli di violenza come non se ne vedevano da un lustro, con il dilagare di attacchi suicidi alimentati da vere e proprie scuole, come quella che ieri è saltata in aria per un incidente.
LA VIOLENZA DA RECORD – Gli attentati in Iraq sono quotidiani, anche più di uno al giorno, e colpiscono di preferenza uffici pubblici, luoghi trafficati o le zone abitate da sciiti e curdi. A portare gli attacchi sono per lo più le formazioni estremista sunnite, in particolare quelle che si riconoscono nell’ISIL (Lo stato islamico di Siria e Iraq), l’esercito sunnita che imperversa tra Iraq e Siria e che proprio in siria è riuscito a mobilitare contro di sé l’unità nazionale tra gli oppositori d’Assad.
UNA BUONA NOTIZIA – La storia dell’istruttore di kamikaze che si è fatto saltare per errore insieme ai suoi allievi è quindi stata accolta con favore dagli iracheni, che vi hanno visto la conferma che si tratti di estremisti particolarmente incapaci, per quanto pericolosi, e armati solo di fanatismo e nessuna intelligenza politica, per non dire di quelli che ci hanno visto un segno divino inviato a chi abusa del suo nome per giustificare i proprio crimini.
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CI VUOLE DI PIÙ – L’esplosione ha ucciso 22 persone, compreso l’istruttore maldestro che non si era accorto di avere in mano una cintura esplosiva vera e armata, ma probabilmente ha salvato la vita ad altre centinaia centinaia d’iracheni potenziali vittime di quella ventina di kamikaze in addestramento e per questo ben pochi rimpiangeranno quei morti, ma serve qualcosa di più efficace e di meno estemporaneo di un incidente per ridurre la pericolosità dell’ISIL.