Lo strano caso della Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza

Categorie: Economia

Dallo scorso 15 dicembre sono state tagliate sei delle otto coppie che operavano sulla linea condivisa tra Italia e Francia a causa di lavori straordinari nel lato transalpino che dovrebbero essere realizzati dall'Italia che non riesce a tirare fuori i 27 milioni di euro necessari per la messa in sicurezza del tratto minacciando la mobilità di 2000 passeggeri al giorno

Forse non tutti sanno che la linea del Frejus non è l’unica via d’accesso ferroviaria tra Italia e Francia. Ciò significa che la vecchia storica e la nuova Tav in val di Susa non sono le uniche porte d’accesso all’Esagono o allo Stivale, a seconda di come la si guardi. No. Esiste un altro tratto, che collega Cuneo a Ventimiglia passando dalla val di Roya, in Francia, e che si divide fino a Nizza, difeso da settimane da centinaia di abitanti del cuneese e della provincia d’Imperia, oltre che dai residenti in territorio francese, che chiedono alle autorità di non abbandonare questo treno protestando per la decisa riduzione del traffico sulla linea avvenuta in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo orario, avvenuta lo scorso 15 dicembre, su decisione della Regione Piemonte.



LA LINEA CUNEO-VENTIMIGLIA-NIZZA –La linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza rappresenta un unicum in tutto il panorama dei trasporti italiano a causa della presenza di un tratto in territorio francese. Il percorso, lungo 96 chilometri, è stato costruito tra il 1887 ed il 1928, in un periodo di furiosi stravolgimenti storico-politici per tutto il Paese. Peraltro il progetto nacque prima della cessione alla Francia di Nizza e della Val Roya, avvenuto nel 1860, e di Briga e Tenda, diventate a loro volta francesi nel 1947, al termine della seconda guerra mondiale. Inoltre a Breglio è presente una diramazione internazionale per Nizza, con il risultato che la gestione della ferrovia è comune tra Reti Ferroviarie Italiane, Rfi, e Réseau Ferré de France, Rff.



UN PO’ DI STORIA – La linea, distrutta quasi del tutto al termine della seconda guerra mondiale dai tedeschi in ritirata, venne ricostruita completamente nel 1976, mentre nel 1979 venne ripartito l’esercizio tra Sncf ed Fs tra Nizza e Cuneo mentre il tratto da Breglio a Ventimiglia è a carico delle Ferrovie dello Stato. Oggi il traffico è servito esclusivamente da Trenitalia in convenzione con la francese Sncf che consente ai viaggiatori diretti ad una stazione italiana di poter transitare in territorio francese. Qualora invece si debba scegliere in una fermata transalpina, è necessario acquistare il biglietto internazionale. Ad oggi la linea è elettrificata a corrente continua a 3 kV fino al confine di Limone Piemonte.



I TAGLI – Tra il tunnel di tenda ed Olivetta San Michele, la linea corre in territorio francese ed è qui che si divide, per l’esattezza a Breglio, in due rami. Il primo, internazionale, si conclude a Nizza Sncf. L’altro, invece, rientra in Italia alla stazione di Ventimiglia. Parliamo di una linea comunque utilizzata, come ci spiega Targato Cn che ci svela come siano mediamente 2000 i passeggeri che affollano, o meglio, affollavano, le otto coppie di treni che facevano la spola sulla tratta. Usiamo il passato perché dal 15 dicembre la Regione Piemonte, che di fatto paga questi convogli, ha deciso per la soppressione di sei delle otto coppie, con il risultato che oggi sono solamente quattro i treni che fanno su e giù dalla valle di Roya, scatenando le proteste degli abitanti che lamentano un colpo mortale all’economia della zona di Imperia a causa della soppressione di treni che collegherebbero il Piemonte con le Alpi e la Costa Azzurra. Il tutto per un risparmio di cinque milioni di euro l’anno.

LA CONVENZIONE DEL 1970 – Non solo, contestualmente alla riduzione, ha chiuso anche il deposito locomotive di Cuneo, come riporta sempre Targato Cn, rendendo problematica la manutenzione dei mezzi. Il problema, come spiega La Stampa, è che, come in tutte le cose, mancano i soldi per la manutenzione del tratto in Val Roya, in territorio francese. Si potrebbe rispondere che potrebbero pensarci i francesi a mettere a posto la linea. Invece no, perché secondo la convenzione siglata tra i due Paesi nel 1970, convenzione secondo il presidente della Regione Cota da rivedere, la manutenzione straordinaria ricade tutta sulle spalle dell’Italia mentre quella ordinaria è francese. La questione ha riguardato anche un’interrogazione alla Commissione Europea presentata dall’ex segretario della Cgil Sergio Cofferati che, il 10 ottobre 2013, ha chiesto lumi a Bruxelles sul futuro della linea che, anche se non s’inserisce nelle reti transeuropee di trasporto, assolve benissimo tale funzione visto che collega Nizza con Torino e da qui la Svizzera.

IL FUNERALE DELLA FERROVIA – In attesa di risposte, il 15 dicembre 200 persone hanno manifestato alla stazione di Tenda contro i tagli alla circolazione dei treni spiegando come le ferrovie francesi abbiano imposto nel loro tratto una velocità di 40 chilometri orari con un aumento nel tempo di percorrenza di 45 minuti per questioni di sicurezza, con il risultato che da Cuneo alla Costa Azzurra si passa da un’ora e 45 minuti a due ore e mezza. Oltretutto il nuovo cadenzamento rende incompatibili le coincidenze alla stazione di Breil sur Roya per i viaggiatori diretti a Nizza. In quest’occasione cinque manifestanti hanno caricato sulle proprie spalle una bara per inscenare un funerale della linea, e questi avevano il volto di Enrico Letta, del Presidente della Regione Roberto Cota, del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, dell’assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino e dell’ad di Trenitalia Mauro Moretti, che definì la linea un ramo secco.

PERICOLO MERCATO – Un ramo secco da almeno 2000 viaggiatori al giorno, che diviso su 16 treni fanno 125 passeggeri a treno, abbastanza per riempire un Minuetto diesel a tre casse. Stagniweb, notoriamente ben informato su tutto ciò che riguarda il mondo della ferrovia, sostiene che il rallentamento in realtà rappresenta la spinta psicologica da parte della Francia nell’invitare l’Italia a rispettare quanto previsto dalla convenzione del 1970. Il rischio è però quello di mettere la linea fuori mercato con un aggravio dei tempi di percorrenza, anche perché con il rallentamento da Vievola ad Olivetta la velocità media passa da 54 chilometri orari a 38. Le quattro corse avrebbero quindi un valore simbolico e dovrebbero servire ad aumentare la pressione, anche perché Rff ed Rfi hanno già rinnovato l’armamento della linea, rispettivamente da Breil verso Nizza e da Ventimiglia fino ad Olivetta.

UNA PRESSIONE DALLA FRANCIA? – Segno che la linea è presa in considerazione. Basta che, come sempre, qualcuno paghi. Tuttotreno aggiunge poi che la linea francese nella val Roya fin dalla riapertura dovuto fare i conti con piccoli problemi come le frane che hanno portato a frequenti interruzioni mentre i problemi della sede ferroviaria di fatto impediscono le coincidenze. Peraltro il rallentamento a 40 chilometri orari venne deciso da Rff già nel 2012 in previsione dicembre 2013, con Regione Piemonte e Trenitalia che hanno portato le corse da 16 a 4 in un’ottica di sopravvivenza. Peraltro è necessario aggiungere che a livello di sicurezza, la tratta da Limone ad Olivetta è a competenza del personale di condotta mancando i sistemi automatici presenti in Italia e non obbligatori in Francia.

LE PROMESSE – Le regioni competenti, Liguria e Piemonte per l’Italia e Paca per la Francia, hanno trovato un’intesa relativa alla revisione della convenzione del 1970 con una partecipazione da parte francese con nove milioni di euro. La speranza poteva anche arrivare dal governo. Nell’incontro tra Enrico Letta e François Hollande, svoltosi a Roma lo scorso 20 novembre, come ci ricorda il Sole 24 Ore, i due politici hanno trovato un’intesa anche sul rilancio della linea in questione coinvolgendo anche Torino, con l’obiettivo di «rendere ancora più osmotici i nostri due Paesi». Solo che le parole non si sono tradotte in fatti. I senatori Manassero (Pd) ed Oliviero (Scelta Civica) avevano presentato un emendamento alla Legge di Stabilità 2014 chiedendo d’inserire la cifra necessaria, ovvero 27 milioni di euro, per la manutenzione straordinaria della linea. Peraltro Maurizio Lupi, in una lettera pubblicata su La Stampa, ha affermato che alla Camera dei Deputati sarebbe stato inserito un emendamento che avrebbe previsto uno stanziamento di 29 milioni di euro per la linea.

SI MUOVE LA POLITICA FRANCESE – La Provincia di Cuneo poi ci propone un documento datato 27 agosto che mostra quanto sia importante la linea per gli abitanti della zona e per i politici coinvolti. Il sindaco di Nizza e deputato francese, Christian Estrosi, sindaco di Nizza e deputato francese che ha scritto al presidente della Provincia Granda Gianna Gancia una lettera nella quale spiega come la «la linea ferroviaria che unisce le coste del mediterraneo e le cime del Piemonte attraverso la Valle Roya rappresenti un simbolo dell’unità europea» Estrosi, insieme al deputato europeo Gaston Franco, ha scritto una lettera indirizzata al ministro francese con delega ai trasporti Frédéric Cuvillier nella quale hanno espresso la loro preoccupazione per il futuro della linea:

«Le recenti minacce di interruzione del servizio ferroviario hanno prodotto una mobilitazione estesa che riflette la necessità del servizio e l’attaccamento della popolazione. Considerata la gravità della situazione, per l’interesse degli abitanti della regione e dell’economia locale, chiediamo al governo francese di avviare una negoziazione con lo Stato italiano finalizzata a favorire una favorevole evoluzione della situazione»

 

I DUBBI – A questo punto restano evidenti dei dubbi. La Francia negli ultimi mesi ha rafforzato il servizio fino a Tenda, sfruttando le caratteristiche del treno delle meraviglie, una convoglio che consente ai passeggeri di ammirare le bellezze di un progetto che tra curve e tunnel regala uno sguardo unico sulle Alpi Marittime. L’Italia dal canto suo punta il dito sulla convenzione del 1970 che la costringe a prodursi in lavori straordinari mai compiuti dalla riapertura ad oggi, con la manutenzione ordinaria ridotta al minimo a carico della Francia. Francia che ha inserito cinque Ter per rispondere al taglio delle fermate deciso dal Piemonte nel 2012 ma che non riesce a garantire le coincidenze con i convogli provenienti da Cuneo.

UN CASO MOLTO STRANO – E poi c’è la questione che riguarda l’esecutivo. Inutile tornare a parlare di Tav ma certo risulta quantomeno singolare che una linea transnazionale, la cui importanza è stata sottolineata da Sergio Cofferati a Bruxelles, venga derubricata a regionale a carico del Piemonte nonostante i 96 chilometri di linea attraversino tre province di due paesi. E risulta ancora più singolare che il governo prometta alla Camera un emendamento da 29 milioni di euro quando la Commissione Bilancio del Senato ne ha bocciato uno da 27, mentre il conto complessivo della Tav Torino-Lione supera i sette miliardi di euro. Il tutto per una linea che ricordiamo, consentirebbe di collegare l’estremo nord-ovest d’Italia con la Costa Azzurra e da lì con il resto dell’Europa Occidentale. Ma del resto per qualcuno parliamo addirittura di un ramo secco, ed allora diventa evidente che questo sia un altro caso strano delle ferrovie italiane. (Photocredit Facebook – Salviamo la linea Ventimiglia-Cuneo / Wikipedia)