Il boom edilizio nella capitale britannica ha spinto alle stelle le retribuzioni dei muratori e costretto le aziende ad importare manodopera dall’estero o a rinunciare a progetti per mancanza di lavoratori specializzati.
LONDRA SENZA MURATORI – Il governo cerca di correre ai ripari e ha avviato un programma per la «crescita di talenti domestici» nel settore, anche perché un’azienda del settore su tre nella capitale ha deciso di non partecipare e nuove gare proprio per la mancanza di operai edili specializzati. A contribuire alla crisi c’è anche il fatto che il mestiere ha esercitato una scarsa attrattiva sui giovani britannici, tanto che la forza-lavoro domestica nel settore risulta invecchiata e che i pensionamenti non sono coperti da altrettanti esordi da parte dei giovani.
IL BOOM EDILIZIO – Secondo una ricerca di Manpower inoltre le aziende del settore sono all’alba di una nuova impennata, trainata anche dall’espandersi degli investimenti nel settore dell’energia e delle utility, che si aggiunge a un 2014 che ha segnato il record nella creazione di nuovi posti di lavoro da almeno un decennio a questa parte. A tutto questo si è poi aggiunto il successo di un programma governativo, «Help to Buy», che ha rianimato il mercato immobiliare anche al di là dei grandi progetti di rinnovamento urbano della capitale, al punto che per il prossimo anno si prevede il rilascio di permessi per la costruzione di altre 230.000 abitazioni, con anche il numero delle costruzioni private che ha raggiunto livelli da record.