Luciano D’Alfonso: l’indagato che il Pd candida in Abruzzo

Luciano D’Alfonso è il candidato del Partito Democratico alla presidenza della Regione Abruzzo, già funestata dagli scandali della giunta Chiodi. Ma attorno al suo nome nasce l’ultimo problema di cui sarà investito il segretario del partito (e premier) Matteo Renzi. La Stampa racconta:

Sei anni dopo e senza aspettare il processo d’Appello, l’ex sindaco di Pescara, arrestato per mazzette e assolto in primo grado, ritenendo di essere stato a lungo in panchina, ha deciso di scendere in campo di nuovo, e il suo partito, il Pd di Matteo Renzi, ha approvato la sua candidatura. All’orizzonte, insomma, mentre non si è ancora spenta la polemica sui 4 sottosegretari e viceministri Pd indagati, si prospetta un bis del caso-Barracciu, la candidata alle regionali sarde costretta al ritiro all’ultimo momento. In realtà, nello stesso Pd abruzzese non tutti hanno condiviso questa scelta. Lo stesso presidente del Consiglio Renzi avrebbe voluto che si candidasse alla presidenza della Regione la senatrice Stefania Pezzopane (ex presidente della Provincia dell’Aquila e assessore comunale), ma la campagna elettorale di D’Alfonso, iniziata da un paio d’anni, ha visto schierarsi al suo fianco il «partito abruzzese che conta».

LUCIANO D'ALFONSO ABRUZZO INDAGATO

Luciano D’Alfonso: il candidato Pd alla presidenza della Regione Abruzzo (foto credit)

Il quotidiano torinese racconta la battaglia elettorale prossima ventura:

D’Alfonso dovrà adesso vedersela con il candidato dei 5 Stelle e un’opinione pubblica che mal digerisce che un sindaco possa avere in regalo da un imprenditore che vince un appalto comunale per i parcheggi a pagamento (poi revocato), «voli, innumerevoli e costosi per decine di migliaia di euro che i Toto hanno offerto a D’Alfonso e ai suoi famigliari. E le vacanze diverse e costose con pagamento di viaggio, vitto e alloggio». Da Mauritius a Londra, dalla Svizzera a Malta, aVenezia e Santiago de Compostela

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