L’Ue obbliga al caricabatteria unico per cellulari, smartphone e tablet
14/03/2014 di Andrea Mollica
I caricabatterie saranno tutti uguali. Smartphone o tablet funzionano solo grazie a questi strumenti che danno loro energia, ed ogni marca o quasi ha un caricatore proprio. Dal 2017 invece arriverà una sola versione valida per tutti i modelli secondo la nuova direttiva approvata dall’Europarlamento.
CARICABATTERIE UNIVERSALE – Il caricabatterie è uno strumento indispensabile per far funzionare gli apparecchi elettronici che scandiscono la nostra quotidianità. Chi ha uno smartphone o un tablet di diverse marche, come Nokia, Apple, Sony, Motorola e Samsung si deve però ricordare di portare sempre l’apposito caricabatterie. Un obbligo per gli utenti che provoca extra costi e difficoltà quotidiane, visto che se per caso si smarrisse quello adatto per la marca del proprio smartphone un caricabatterie di un’azienda diversa sarebbe inutilizzabile. Oltre a questo, i diversi modelli generano decine di tonnellate di spazzatura elettronica che potrà essere facilmente risparmiata quando la nuova iniziativa legislativa dell’Europarlamento sarà recepita dagli stati membri. Ieri l’assemblea di Strasburgo ha infatti approvato il testo che obbliga i produttori di cellulari, Pc, smartphone o tablet ad introdurre un caricabatterie universale che possa fungere per la totalità dei modelli prodotti. Una nuova regola su cui c’è già il consenso del Consiglio dell’UE, l’altro organismo legislativo del sistema comunitario che è formato dai governi dei 28 paesi membri.
CARICABATTERIE UNICO – La direttiva dovrebbe entrare in vigore nel 2017, se non ci saranno ritardi nel percorso di adozione che è stato votato a nettissima maggioranza ieri dall’Europarlamento. Il commissario all’Industria Antonio Tajani, esponente di Forza Italia, ha rimarcato come il voto getti le basi per continuare la crescita e l’innovazione nel settore delle comunicazioni mobili. La relatrice del provvedimento, Barbara Weiler, europarlamentare della Spd tedesca, ha invece sottolineato come l’introduzioni di un caricabatterie universale sia capace di coniugare gli interessi di consumatori ed ambiente. I primi beneficeranno della fine dell’obbligo di dotarsi di diversi caricabatterie per far funzionare i loro parecchi, mentre l’ambiente potrà essere alleviato da rifiuti elettronici per 51 mila tonnellate. La proposta di direttiva dovrà ora essere approvata dal Consiglio, e poi essere implementata tramite un dialogo tra la Commissione UE e le aziende produttrici, così da trovare lo standard tecnico capace di accomunare le diverse esigenze.
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LUNGA VIA PER IL CARICABATTERIE – Der Spiegel rimarca come il voto dell’Europarlamento rappresenti l’ultima tappa di un percorso oramai lungo verso l’adozione di un caricabatterie universale. Già nel 2009 i produttori si erano accordati per uno standard unico per questi dispositivi, tentando però di scavalcare un regolamento normativo che l’Unione Europea voleva imporre. Nel 2010 si era tentato di imporre uno standard unico per le chiavi USB, ma questa proposta fallì, visto che alcune firme utilizzano ancora dispositivi compatibili solo con il loro sistema, come Apple. Per facilitare l’approvazione di questa norma l’Europarlamento ha rinunciato a indicare un proprio standard, visto che ha delegato questo compito all’organismo di governo dell’UE, la Commissione. Ora i funzionari comunitari dovranno trovare intese che rispettino le indicazioni normative, lasciando però margine di manovra ai produttori. Una modalità che conferma quanto fossero ardui gli ostacoli sul nuovo caricabatterie universale.
NUOVI STANDARD – Il progetto di direttiva stabilisce norme armonizzate per l’immissione sul mercato di apparecchiature radio, compresi telefoni cellulari, telecomandi apri-auto e modem. Le norme mirano a tenere il passo con il crescente numero e varietà di dispositivi radio e a garantire che i dispositivi non interferiscano l’uno con l’altro rispettando così i requisiti essenziali su sicurezza e salute. All’interno della direttiva ci sono misure che darebbero alle autorità ulteriori strumenti di vigilanza del mercato, così da individuare apparecchiature radiofoniche non conformi alle nuove norme di sicurezza. Utilizzando le informazioni fornite dagli stati membri e dopo attenta valutazione, la Commissione dovrà individuare le categorie di apparecchiature che dovranno essere registrate prima di poter essere immesse sul mercato. Un database simile esiste già negli Stati Uniti. Dopo l’approvazione del Consiglio, con cui il testo è stato informalmente concordato, gli stati membri avranno due anni per inserire tali norme nelle loro leggi mentre i produttori avranno un anno supplementare per conformarsi alle norme.