M5S e quelle candidature regionali che non escludono gli indagati per mafia
12/12/2014 di Redazione

Fuori la Mafia dallo Stato? C’è una preoccupazione che aleggia nei 5 Stelle e riguarda le candidature alle regionali. Manca infatti nelle candidature ai consigli regionali la regoletta che vieta l’ingresso ad inquisiti per mafia. Sono stati infatti esclusi – spiega l’Espresso in un pezzo a firma di Ilaria Giupponi – solo coloro che hanno “condanne penali definitive” o che sono “inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione”.
LA SELEZIONE DELLE CANDIDATURE – Ci saranno due turni di votazione, tutti gestiti sulla piattaforma del blog di Beppe Grillo. Recita infatti la convocazione: «Le autocandidature di residenti in queste regioni iscritti al MoVimento 5 Stelle entro il 30 giugno 2014 dovranno pervenire entro mezzogiorno del 12 dicembre». Per chi vale? «Per coloro che non si siano dimessi da un incarico da eletto o abbiano già eseguito due mandati, senza condanne penali definitive, non inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione, e che non abbiano corso contro una lista del MoVimento 5 Stelle. Tutti i candidati dovranno presentare il proprio CV online per poter essere valutati e votati entro domenica 14 dicembre». Un modus operandi che ha generato qualche dubbio. L’Espresso riporta le parole della Sarti:
Tra questi, la deputata riminese Giulia Sarti, che infatti oggi torna sul punto: “Il problema vero è che non si possono scrivere regole in maniera così frettolosa e approssimativa, anche se l’esclusione dei condannati per reati gravi sicuramente è sottintesa”.
Però il problema resta e la Sarti, facente parte della commissione giustizia e antimafia, ha ben presente la delicatezza della questione. C’è il rischio che vi ritroviate candidati condannati per mafia, onorevole?
“Il rischio c’è – ammette – perché le regole sono state scritte male. Sicuramente non è intenzionale: si tratta semplicemente di leggerezza, e sono certa che in ogni caso nessuno dei nostri gruppi locali ne’ lo staff di Milano permetterebbe mai a un condannato in primo grado per reati gravi di potersi candidare – ci tiene a sottolineare – ma ci sarà bisogno di un controllo stringente e auspico che questa lacuna venga colmata il prima possibile”.
Mentre Jacopo Berti, candidato governatore del veneto esclude infiltrazioni:
Esclude tuttavia senza ombra di dubbio la possibilità di infiltrazioni Jacopo Berti, candidato governatore M5s per la regione Veneto, che spiega: “mi sono occupato io di raccogliere casellario giudiziale e certificato dei carichi pendenti di ciascun candidato. Per quanto ci riguarda, il buon senso viene prima del blog”. Fra i candidati consiglieri già passati dalle griglie delle regionalie venete del mese scorso quindi, nessun dubbio: “al di là di quello che è scritto o non scritto, l’importante è che sei pulito, sennò: cartellino rosso”. E come si spiega allora quella specifica? “Non so dirlo…io non me ne ero nemmeno accorto – ammette – Sarà un refuso”.
Invece è un paradosso: una specifica – “in via definitiva” – che anziché raffinare ancor più la selezione, apre il varco a una macro contraddizione. Non è un problema da poco. Anche perché apre la strada a possibili ricorsi.
(Copertina Foto Guglielmo Mangiapane/LaPresse)