Mafia Capitale: “Gli zingari hanno minacciato che se ne vanno, ce voleva il registratore”

Dalle intercettazioni di Mafia Capitale iniziano a emergere particolari in grado di chiarire il contorno di alcune delle situazioni che i cittadini di Roma conoscono fin troppo bene. Protagonisti dell’intercettazione, riportata dal Messaggero, Salvatore Buzzi e Angelo Scozzafava, direttore del quinto dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma. Il dialogo è surreale

I NOMADI DEL CAMPO DI CASTEL ROMANO – Il campo nasce nel 2007 e doveva essere, come troppi altri, una “situazione temporanea”. Così non è stato. Spesso, dice il Messaggero

la situazione è esplosiva, tanto che Mafia Capitale per riportare l’ordine si avvale del suo personale «mediatore culturale»: Luciano Casamonica

In che senso? E’ presto detto

Nel 2012, rivela l’informativa agli atti dell’inchiesta, la comunità rom divenuta ormai stanziale al chilometro 24 della Prenestina pare avanzi nei confronti di Buzzi «insistenti richieste di natura economica tali da venire unanimemente recepite dagli interlocutori come un’estorsione»

A quel punto Buzzi, scontento della “mediazione” inefficace condotta fino a quel momento, manda “Lucianino”

[…] «evidentemente accortosi della sprovvedutezza dello Scozzafava», annotano gli investigatori, si affretta a negare il coinvolgimento di «Massimo» nella vicenda, indicando come mediatore Luciano Casamonica, già impiegato dalla cooperativa per fare la guardia al campo. Il direttore approva: «Ah, va be…Lucianino…ok… Lucianino è un grande mediatore»

Ma anche i nomadi, evidentemente

Il confronto, riferisce Buzzi, è stato carico di tensione, «anche se poi alla fine è venuto fuori che io non gli devo dare una lira, loro non mi devono dare una lira, i soldi del campo non me l’hanno dati loro, e quindi…». Domanda di Scozzafava: «Ma da chi li vogliono i soldi?». «Loro, praticamente, dicono che tu gli hai promesso progetti di inserimento lavorativo non si sa con che. Ho detto: ”Guarda, a me non me l’ha detta ‘sta storia, però se il direttore vi vuole affidare ’ste cose…». L’interlocutore cade dalle nuvole: «Ma quando gliel’ho promesso, scusa?». Casamonica tuttavia risolve prontamente la situazione: «Gli ho detto: ”Luciano è venuto a lavora’ lì…parla con lui e non me rompe le scatole a me. Io con te non ce voglio proprio parla’… J’ho fatto: ”Tanto nemmeno capisco quello che dici……quindi, questo parla la stessa lingua tua…ve capite…». Buzzi incalza il rappresentante della comunità rom: «Gliel’ho ripetuto tre volte. Vuoi fa’ un’estorsione a me? E allora lascia… cioè vattene al Comune a protestà. Ah, poi m’ha fatto la minaccia… J’ho fatto: a me che c…o me ne frega……j’ho detto: che, è un problema mio?». Scozzafava pare soddisfatto: «Pure meglio! Pure Meglio!».

E arriva la minaccia finale

«Lo sai che se vai via te fanno una festa con la banda… ahahaha, ce voleva il registratore. Gli zingari che minacciano che se ne vanno, aho! Ma te rendi conto?». E il dirigente apprezza: «Bella ‘sta cosa. Perfetta, aho».

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