Mafia Capitale, l’indagine nata dai racconti dello skipper pentito
09/12/2014 di Redazione

Tutto parte il 26 settembre 2011. Roberto Grilli viene arrestato a bordo della sua imbarcazione Kololo II, a poche miglia dalle coste di Alghero: gli sequestrano tutti i 500 chili di cocaina e lo conducono in carcere. Grilli ha davanti a sé poche strade e decide bene di pentirsi: «Se è possibile formalizzare lo status di collaboratore…io posso definire come vengono gestite le cose a livello romano» chiede nel marzo 2012, come riportato oggi da Il Fatto Quotidiano. I suoi 30 anni di malavita, conoscenze e spaccio producono centinaia di pagine di verbale e indicano la strada agli investigatori. Tra le carte ecco allora comporsi via via la struttura della cupola capitolina: Grilli conosce e ha rapporti con Carminati, Brugia, Iannilli, Ciavardini, Fasciani. È lui il primo a cantare, il primo a squarciare il velo sulla quinta mafia
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LO SKIPPER – Le prime dichiarazioni di Grilli vengono rese al pm Giuseppe Cascini nel novembre 2012. Il Fatto riporta la conversazione:
“Se lei mi benda e mi fa incontra’ la gente”, dice Grilli a Cascini, “li conosco tutti, ma li conosco veramente tutti, non è una cosa per darmi importanza, io a Roma conosco tutti… negli anni ho frequentato gli ultrà, gli spacciatori, tutte le famiglie di Roma, tutti gli zingari…”.
Grilli ricostruisce passo passo le sue frequentazioni, i suoi giri, le sue amicizie nell’ambiente dell’estrema destra destra romana. I primi traffici di Mafia capitale:
Grilli racconta del distributore di benzina sulla via Flaminia Vecchia che funziona come un bancomat, anzi, come una vera e propria banca: “Riccardo (Brugia, ndr) mi disse che avrei potuto affidare a loro i miei soldi e mi avrebbero riconosciuto un interesse del 7 per cento mensile”. Su Carminati, però, dice che con la droga non ha mai avuto a che fare: ha uno stile di vita “monastico”, spiega, “torna a casa e pensa ai suoi cani e ai suoi gatti”.
Photocredit copertina LaPresse/ROS Carabinieri