M5S: Di Maio caccia Di Stefano dall’aula. E viene criticato dai suoi

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La base (e l'espulso) capiscono l'intervento, ma il collega Coletti commenta piccato: «Sta prendendo le peggiori abitudini della presidente Boldrini». Lui replica: «Stava commentando le azioni del Presidente della Repubblica»

Mentre in aula si esaminava la Relazione sulla lotta alla criminalità mafiosa nel semestre europeo il vicepresidente dell’aula Luigi di Maio ha espulso il collega di Movimento Manlio Di Stefano. Dopo il caos a Montecitorio per il rinvio del ddl anticorruzione in Commissione il deputato grillino ha preso parola e citando Falcone ha parlato di «partiti filo mafiosi in aula». Parole forti. Davanti ai tumulti dei colleghi degli altri partiti Di Maio si è trovato costretto a cacciare il deputato.



AULA DIFFICILE PER DI MAIO – La seduta era partita già in salita, con i 5 stelle “carichi” di dichiarazioni da fare. Ad aprire le danze è stato Carlo Sibilia, cui il vicepresidente della Camera aveva chiesto di «misurare le parole». Da quel momento in poi è stato un pullulare di parole forti, cartelli alzati e richiami. Di Stefano è stato richiamato tre volte (urlò Mafiosi prima che la seduta stamane fosse sospesa). Davanti alla ripresa dei lavori e all’ultimo appello ricevuto il vicepresidente ha dovuto obbligatoriamente indicargli la porta.



L’espressione di Di Stefano davanti all’espulsione

Il video della “cacciata” viene diffuso dal deputato su Fb: «Ok è vero, Luigi Di Maio nel cacciarmi ha rispettato il regolamento, mi aveva già richiamato due volte e alla terza “offesa” ha dovuto farlo». E ancora: «Io sapevo di correre questo rischio, sapevo che Luigi mi avrebbe espulso dall’aula, ma non potevo non difendere il vostro diritto di urlare “mafiosi” in faccia a chi protegge la mafia, nei fatti, quotidianamente».

guarda il video:

LA BASE CON DI MAIO QUALCUN ALTRO NO… – Nei commenti i followers si complimentano sia con il deputato che con il Vicepresidente. «Noi apprezziamo, tranquillo. Anche Luigi Di Maio non poteva fare altro, sappiamo che nel suo ruolo è imparziale e lo svolge in maniera impeccabile», commenta Mauro. «Ad ognuno i propri ruoli. Avevate tutti e due ragione», aggiunge Luca. Di altro avviso però chi era presente in aula.

Se la base capisce esattamente perché il presidente di una seduta ha dovuto cacciare il collega di Movimento, il deputato Andrea Colletti è di altro avviso. Il 5 Stelle, dopo l’espulsione di Di Stefano in aula, è intervenuto dicendo: «Presidente lei sta prendendo le peggiori abitudini della presidente Boldrini».

gli attimi tra Coletti e Di Maio:

«Le ho tolto la parola come lei ben sa perché stava commentando le azioni del Presidente della Repubblica che come lei ben sa essendo il presidente della Repubblica non sono sindacabili», ha sottolineato Di Maio. «Ho ritenuto mia discrezione toglierle la parola».

Mediazione, difficile mestiere.

(Copertina Fabio Cimaglia / LaPresse)