Manovra, i sindaci non ci stanno: «Tagli per 3,5 miliardi»
30/10/2014 di Redazione

È uno scontro tra tecnici. La legge di stabilità non è soltanto sul tavolo della Commissione europea ma anche e soprattutto tra le mani dei sindaci che ieri nella bibilioteca di palazzo Chigi hanno fatto la voce grossa. Gli esperti dell’Anci si sono fatti due conti e calcolatrice alla mano i tagli che il governo vuole imporre sono di gran lunga superiori ai 1,2 miliardi di euro fin qui sbandierati

IL BALLETTO – Per il presidente dell’Anci Piero Fassino «la rappresentazione mediatica parla di una riduzione di spesa per 1,2 miliardi ma a questi vanno aggiunti 300 milioni che derivano da provvedimenti 2013 e 2014 che hanno ricadute sugli esercizi 2015. Ci sono poi il miliardo in meno su Città metropolitane e nuove Province e le regole del nuovo sistema di contabilità, per un saldo negativo che oscilla tra i 3,5 e i 3,7 miliardi di euro». La forbice insomma è ampia ed è lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio a confermarlo: «Abbiamo riscontrato notevoli divergenze di calcolo sull’impatto che la manovra avrà sui comuni» – riporta La Stampa – «Si è deciso di istituire in tempi rapidi un tavolo tecnico di approfondimento con un primo incontro settimana prossima». Nonostante la minaccia dei sindaci – «Senza correttivi, le città sono a rischio dissesto» – la mediazione appare tutt’altro che facile; Renzi non ha intenzione di voler fare un passo indietro, e anzi rilancia dando per primo l’esempio: «Abbiamo cominciato ad aggredire la spesa centrale e presto sarà online ogni singolo centesimo speso dai ministeri». Con un occhio a Bruxelles: «Vogliamo fare le riforme anche per cercare di cambiare le regole del gioco in Europa». Al vaglio del governo, al posto della «miriade di tasse e tributi», c’è una local tax: un’ unica soluzione che porterebbe secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre oltre 31 miliardi di euro nelle casse degli oltre 8000 comuni italiani. Guerra tra contabili permettendo
Photocredit copertina Fabio Cimaglia/LaPresse