Mario Balotelli è un modello di integrazione per i neri del Brasile
25/06/2014 di Dario Ferri
Mario Balotelli è il nome più controverso della fallimentare spedizione azzurra. In Brasile però molti tifosi neri hanno come idolo il calciatore italiano per il successo di riscatto ed integrazione che rappresenta. Il colore della pelle di Balotelli rappresenta ancora per molti un motivo di forte antipatia che rende sempre così dibattuto.
MARIO BALOTELLI E IL BRASILE – La prestazione insufficiente di Mario Balotelli contro l’Uruguay ha generato nuove polemiche nei confronti di uno dei calciatori più controversi del calcio mondiale. Pochi calciatori dividono l’opinione pubblica come l’attaccante della Nazionale italiana, eroe a metà agli Europei del 2012 grazie alla doppietta contro la Germania, ed ora additato come uno dei principali responsabili del fallimento degli Azzurri ai Mondiali brasiliani. Il settimanale tedesco Die Zeit rimarca come Mario Balottelli sia uno degli calciatori più apprezzati dai tifosi del paese sudamericano. Uno dei motivi, se non il principale, è il colore della pelle. Come sottolinea il settimanale tedesco, in Brasile i neri così come i mulatti rappresentano circa la metà della popolazione, ma sono una netta minoranza all’interno degli stadi, e subiscono ancora il peso della discriminazione. Il successo di un giocatore nero come Balotelli in un paese bianco come l’Italia è così diventato un esempio per tanti appassionati di calcio brasiliani. Die Zeit indica come numerosi giocatori a livello amatoriale usino il soprannome Mario in onore all’attaccante italiano.
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MARIO BALOTELLI E IL COLORE DELLA PELLE – Una delle ragioni che spiegano il legame così forte tra Mario Balotelli e il Brasile risiede nel la generosità dimostrata dalla punta azzurra. Il centravanti della Nazionale frequenta e finanzia una fondazione che aiuta i bambini maltrattati della favelas sin dal 2007, quando non era ancora un giocatore conosciuto. L’identificazione è la chiave del successo di Balotelli in Brasile, già palesatosi l’anno scorso durante la Confederations Cup, quando l’attaccante dell’Italia si era concesso diversi bagni di folla tra i tifosi che l’osannavano. Un affetto che però Balotelli non riceve in patria, come spiega Mauro Valeri, sociologo e autore di un libro sul centravanti più discusso del nostro calcio. Valeri è dal 2005 il responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio, e rimarca come il colore della pelle sia ancora uno dei motivi che spiega l’ostilità diffusa nei suoi confronti.
MARIO BALOTELLI E IL RAZZISMO IN ITALIA – Mauro Valeri rimarca a Die Zeit come durante il suo lavoro abbia raccolto un migliaio circa di casi di razzismo, 83 solo nell’ultima stagione. I pregiudizi nei confronti di chi ha un colore diverso della pelle sono ancora diffusi nella nostra società, e particolarmente radicati nel calcio. Il sociologo rimarca come Balotelli, in quanto figlio biologico di immigrati ghanesi, debba sempre mostrare il doppio per essere riconosciuto. La gente gli rinfaccia sempre di essere un africano, sottolinea Mauro Valeri, che spiega come Baloteli sia un modello per i figli degli immigrati a livello mondiale. La partita contro l’Uruguay ha però probabilmente segnato per sempre la carriera con la Nazionale dell’attaccane di colore. Diverse fonti indicano una forte lite nello spogliatoio tra Balotelli ed il resto dei compagni di squadra, tensione poi confermata dalle lacrime in panchina del giocatore, dalla sua presenza solitaria sul bus degli Azzurri e dalle parole molto dure rivolte da Buffon e De Rossi a fine partita.
(Foto: Fabio Ferrari / LaPresse)