La vera storia dei marò che rischiano la condanna a morte

21/01/2014 di Redazione

Oggi Il Giornale torna a rimestare nel torbido e ad eccitare i patrioti contro i perfidi indiani, inventandosi una notizia che non c’è.

maro il giornale

TERRORISMO MEDIATICO: ON – Non bastavano le perizie tarocche prodotte da un finto ingegnere nel tinello di casa, una volta esaurite e ormai smentite quelle bugie ai patrioti non resta che fare terrorismo attaccandosi a ogni fiato che arriva dall’India per gridare contro i perfidi indiani che vogliono uccidere i marò. Incurante del fatto che la questione del ricorso o meno al SUA Act, sia destinata ad essere risolta davanti alla Corte Suprema, Il Giornale oggi infatti titola: «L’India vuole impiccare i marò». Nel pezzo, firmato da Fausto Biloslavo, si leggono notevoli spropositi come:

« Non a caso la richiesta di affidare le indagini su Massimiliano Latorre e Salvatore Girone alla Nia, la polizia antiterrorismo, che vuole applicare la legge del patibolo»

CHI VUOLE COSA? – emmeno in India infatti la polizia dice sull’applicazione della legge, la Nia si occupa solo di indagini, a richiedere l’applicazione del Sua Act è stato il ministro dell’interno, al quale risponderà la Corte Suprema. Circostanza ricordata a chiare lettere anche nello stesso articolo del Times Of India citato da Biloslavo, che nel resto del pezzo continua a evocare il pericolo dell’esecuzione capitale che invece in India è trattato come un dettagli del tutto residuale e nessuno ha mai chiesto l’esecuzione dei due militari italiani. Lo stesso Times of India in un pezzo di oggi racconta una realtà nella quale il ricorso al Sua Act è ancora del tutto ipotetico e che fa assumere al racconto di Biloslavo il sapore di di un piatto preparato usando ingredienti avariati.

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NON RISCHIANO LA MORTE – Pericolo che non esiste, sia perché l’imputazione difficilmente sarà quella di omicidio volontario o di terrorismo, sia perché il governo indiano si è già espresso ufficialmente in numerose occasioni e ha escluso la pena capitale, l’applicazione della quale è rarissima nel paese e riservata ai veri terroristi o a temibili serial killer. L’inviato del governo italiano, Staffan De Mistura, ha già chiarito che «quello che fa fede per l’Italia è ciò che dirà proprio la Corte Suprema». La stessa che ha chiesto al governo di trovare una soluzione entro due settimane allo stallo che sta ritardando il processo ai due marines italiani, prima di rinviare al suo giudizio la pratica.

PERCHÈ LO FANNO – Il Giornale procede quindi nell’oscena campagna volta a nascondere le responsabilità dei governi che hanno mandato i marò in missione senza adeguata copertura legale, incidentalmente presieduti dal proprietario del Giornale stesso, che non è solo, più o meno tutte le testate vicine alla destra berlusconiana partecipano a questo show di pessimo gusto, rilanciando indiscrezioni e patacche. Una campagna che mette in difficoltà i marò e che con titoli come questi non può che inquietare inutilmente i loro familiari, una campagna che continua fin da quanto i due marò sono stati arrestati e il governo Berlusconi che li aveva mandati allo sbaraglio non ha saputo far di meglio che dar la colpa della loro detenzione alla perfidia degli indiani.

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