Isbn edizioni, bufera su Twitter: «Non paga autori e traduttori, alcuni attendono da anni»

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Il fondatore della Isbn Edizioni al centro delle polemiche dopo le accuse di Hari Kunzru. «Non paga gli autori», ha detto lo scrittore britannico di origini indiane

Massimo Coppola, fondatore della casa editrice Isbn Edizioni e direttore di Rolling Stones, è finito al centro di una bufera su Twitter: l’accusa è che l’Isbn non avrebbe pagato alcuni autori e traduttori.



Tutto è cominciato da alcuni messaggi postati su Twitter lo scorso 8 maggio dallo scrittore britannico di origini indiane Hari Kunzru. Sul social network, riferendosi alla Isbn, l’autore ha scritto: «Questo editore italiano non pagherà. Non trattate con lui». E ancora, rivolgendosi a Coppola: «Perché non paga gli scrittori?». E poi, due giorni dopo: «Ancora silenzio da Coppola e Isbn sul perché non pagano il dovuto a scrittori e traduttori». Pietra del contendere? La moglie Katie Kitamura, che aveva pubblicato con Isbn e non aveva ricevuto alcuna notizia sul pagamento. E dopo qualche richiesta, addirittura, le era stato detto che non sarebbe stata pagata perché la casa editrice era “broke”, fallita.

 



 

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I ripetuti tweet di Kunzru nel giro di poco hanno raggiunto anche altri autori interessati al pagamento da parte della casa editrice milanese fondata nel 2004. Una risposta di Coppola è poi arrivata, ma solo per chiedere conto delle parole poco cortesi dello scrittore (che lo aveva definito «asshole»). Kunzru, dal canto suo, ha controbattuto chiedendo scusa e ribadendo i suoi interrogativi, ai quali però l’ex editore non ha fatto pervenire un’ulteriore risposta. «I traduttori freelance in Italia – ha continuato poi negli ultimi giorni Kunzru su Twitter – lavorano per 8-15 euro pagina, quando sono pagati. Lavoro precario con piccolo riconoscimento». Numeri ai quali replicare è indubbiamente difficile. La Isbn Edizioni è in difficoltà economiche da diversi mesi. Al momento non pubblica libri e non sarà presente al prossimo Salone del Libro.

 

 

(Foto di copertina da: Twitter / @massimocoppola)