Unioni gay, Strasburgo condanna l’Italia: «Riconosca le coppie omosessuali»
21/07/2015 di Redazione
La Corte europea per i diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per aver violato il diritto al rispetto della famiglia e della vita privata. Il nostro paese infatti non fornisce un riconoscimento legale alle coppie omosessuali contravvenendo di fatto l‘articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani (al comma 1 si spiega: «Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza», ndr).
«La Corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile», si legge in una nota della Corte.
STRASBURGO CONDANNA L’ITALIA PER LE MANCATE UNIONI GAY –
Erano state tre le coppie omosessuali che avevano chiesto alla Corte europea per i diritti umani di esprimersi sull’impossibilità di vedere riconosciuta la propria unione nel nostro Paese. Enrico Oliari, presidente di Gaylib (l’associazione nazionale dei gay liberali e di centrodestra), e il suo compagno avevano richiesto all’ufficio anagrafe del Comune di Trento di emettere le loro pubblicazioni di matrimonio del luglio 2008. Dopo il rifiuto ricevuto avevano impugnato la questione in tribunale, rivendicando come la legge italiani non vieti in modo esplicito il matrimonio tra persone dello stesso sesso e come una tale posizione sarebbe comunque incostituzionale. Anche in questo caso però il tribunale si era opposto, precisando come il codice civile preveda come requisiti per il matrimonio che i coniugi siano di sesso opposto. In Appello però il caso era stato rinviato alla Consulta, che lo aveva giudicato irricevibile. I giudici costituzionali avevano però al tempo stesso invitato il Parlamento a intervenire sulla materia, per regolare diritti e dei doveri delle coppie omosessuali.
C’è stato poi il caso della coppia composta da Gian Mario Felicetti e Riccardo Zappa. Anche loro, dopo 5 anni di convivenza, avevano chiesto le pubblicazioni di matrimonio a febbraio 2011. Ma la loro richiesta venne respinta. Infine, anche Riccardo Perelli Cippo e Roberto Zaccheo avevano chiesto l’emissione delle loro pubblicazioni di matrimonio (si erano sposati a New York, ndr) nel novembre 2009, per poi rivolgersi al Tribunale di Milano. E successivamente iscriversi (per primi, ndr) al registro delle unioni civili nel capoluogo lombardo, introdotto dalla giunta Pisapia.
STRASBURGO CONDANNA L’ITALIA, LE REAZIONI –
Dal Partito Democratico, dopo la sentenza di Strasburgo, è stato il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto a rivendicare che venga approvato entro la fine dell’anno il ddl sulle Unioni Civili:
La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di oggi. https://t.co/9VuZ3nP2NN
— Ivan Scalfarotto (@ivanscalfarotto) 21 Luglio 2015
Ho digiunato per spiegare che non avere una legge sulle unioni gay era un grave imbarazzo per l’Italia. Oggi la CEDU condanna l’Italia. #CVD
— Ivan Scalfarotto (@ivanscalfarotto) 21 Luglio 2015
Matteo Salvini intanto esprime su Facebook il suo dissenso:
La Corte di Strasburgo condanna l’Italia perché non riconosce le coppie gay. Non una parola sull’immigrazione, sulle tasse, sulle pensioni, sulla disoccupazione.
Penso che le emergenze, per eterosessuali e omosessuali, siano queste. La Corte di Strasburgo ha rotto le palle! Non sarà un burocrate europeo a decidere il Futuro nostro, e dei nostri figli.
La Corte di Strasburgo condanna l’Italia perché non riconosce le coppie gay.Non una parola sull’immigrazione, sulle…
Posted by Matteo Salvini on Martedì 21 luglio 2015
[Foto Copertina: Frederick Florin – Getty Images ]