Matteo Renzi: «L’Europa segua virtude e conoscenza e non i bruti della demagogia»
13/01/2015 di Redazione
Matteo Renzi chiude il semestre europeo guidato dall’Italia con un intervento davanti al Parlamento UE, che traccia un bilancio della nostra presidenza, L’Italia è tornata a presiedere il Consiglio dell’Unione Europea dopo undici anni, e può rivendicare alcune novità positive ottenute in questi sei mesi. La presidenza dell’Unione Europea a rotazione ha perso di significato da quando è stata creata la carica del presidente del Consiglio Europea, assunta per primo da Van Rompuy a fine 2009, incarico ora svolto dall’ex premier polacco Donald Tusk.
MATTEO RENZI E IL SEMESTRE EUROPEO – Matteo Renzi inizia il suo discorso sulla conclusione del semestre europeo italiano dalla figura di Telemaco, uno dei passaggi più citati dell’intervento di inizio luglio. Il presidente del Consiglio rimarca come non si possa guidare un semestre europeo pensando al solo interesse nazionale. Matteo Renzi evidenzia infatti che il cambiamento a livello nazionale non possa esser spinto dall’Europa, ma dalle modifiche fatte al proprio interno. Nel suo discorso il presidente del Consiglio omaggia Giorgio Napolitano.
MATTEO RENZI E IL SEMESTRE EUROPEO: EUROPA CAMBIA DIREZIONE – Matteo Renzi rimarca come l’Europa in questi sei mesi abbia cambiato direzione su due priorità della presidenza italiana, la flessibilità sui conti pubblici e il rilancio degli investimenti . Ora però servono i fatti, per evitare chel’Europa diventi fanalino di coda a livello mondiale. Matteo Renzi ricorda, per certi versi poco diplomaticamente, lo scontro al vertice di Ypres, sui conti pubblici e la crescita. Il premier evidenzia come il piano Juncker e la nuova comunicazione sulla flessibilità che la Commissione proporrà sono due importanti risultati che seguono la linea promossa dalla presidenza italiana. Senza flessibilità sui conti pubblici non ci sarebbe stato la ricostruzione della Germania nel secondo dopoguerra, un’eco di uno dei messaggi chiave di Alexis Tsipras.
MATTEO RENZI E IL SEMESTRE EUROPEO: IL NEMICO È L’IDEOLOGIA DEL FANATISMO, NON LA RELIGIONE – In merito ai fatti di Parigi Matteo Renzi rimarca come un nemico esista, il fanatismo che uccide la religione. Il premier cita in questo contesto l’intervento di Al-Sisi, il presidente dell’Egitto. Il premier difende la parola identità da uomo di «sinistra», evidenziando come il suo contrario sia l’anonimato. L’integrazione non è in contrapposizione con l’identità, ha rimarcato il premier. Matteo Renzi attacca la demagogia imbarazzante di chi vuole la chiusura dell’Europa, e sottolinea l’esigenza di un ritorno della politica nell’UE.
MATTEO RENZI E IL SEMESTRE EUROPEO: EUROPA NON È SOLO ECONOMIA E VINCOLI – Matteo Renzi cita il G20 di Brisbane, rimarcando come il mondo guardi a crescita e investimenti mentre l’Europa se ne occupa ancora troppo poco. Il premier rimarca il carattere di «superpotenza valoriale» dell’Europa, che non può limitarsi solo a vincoli e economia come è stata in questi anni. Matteo Renzi ribadisce come la politica debba tornare a esser protagonista all’interno dell’UE, che deve assumere il compito di guidare il mondo.Il discorso si chiude con una citazione della Divina Commedia di Dante. Per Matteo Renzi l’Europa deve scegliere tra il seguire i «bruti» della demagogia, e la «virtude e canoscenza» di chi vuole un’Europa dei popoli e non della burocrazia. Verso la fine dell’intervento di Matteo Renzi ci sono state diverse contestazioni provenienti dai banchi dell’estrema destra.
MATTEO RENZI E IL DIBATTITO AL PARLAMENTO EUROPEO SUL SEMESTRE EUROPEO- Nel dibattito successivo all’intervento di Matteo Renzi sulla conclusione del semestre europeo i principali gruppi dell’assemblea di Strasburgo esprimono giudizi positivi sul lavoro dell’Italia. Manfred Weber, il tedesco capogruppo del Ppe, evita lo scontro come sei mesi fa, e elogia l’operato del nostro governo, in particolar per aver dato importanza al tema immigrazione. Più caute le parole sulla flessibilità, già presente nei Trattati come rimarca l’esponente della Csu tedesca. Gianni Pittella, presidente del gruppo del Pse, evidenzia i risultati rivoluzionari su piano Juncker e flessibilità. Anche il capogruppo dei Liberali, Guy Verhofstadt, rimarca in modo positivo il carattere europeista del semestre di presidenza italiana. Per la Sinistra europea interviene Curzio Maltese, che boccia su tutta la linea l’operato di Matteo Renzi, accusato di aver illuso l’Europa di sei mesi fa come fa abitualmente in Italia. Per il gruppo Efdd interviene Marco Zullo del Movimento 5 Stelle, molto critico sul semestre europeo italiano. Matteo Salvini è ancora più critico, e definisce il semestre europeo pieno solo di chiacchiere. Il leader della Lega Nord duella in aula con il presidente del Consiglio, evidenziando lo zero conseguito dall’Europa a guida italiana. Salvini invoca dialogo con la Russia, e conclude sottolineando come la Lettonia farà sicuramente meglio del «drammatico semestre italiano». Il leader della Lega Nord ha abbandonato l’aula in segno di protesta contro Matteo Renzi. Il dibattito prosegue con interventi di parlamentari meno conosciuti, molto caratterizzato su temi italiani quando parlano deputati del nostro Paese. La leghista Mara Bizzotto ha criticato l’intervento di Roberto Gualtieri, che ha replicato rimarcando come le responsabilità dei precedenti governi appoggiati dal Carroccio sulla crisi italiana. Elisabetta Gardini di Forza Italia sottolinea un bilancio poco entusiasmante del semestre di presidenza italiana, criticando il silenzio su Isis. Mercedes Bresso del PD replica alla Gardini, sottolineando l’importante risultato conseguito dalla presidenza italiana su piano Juncker e scorporo degli investimenti pubblici dal calcolo del deficit, obiettivi perseguiti in passato dai governi di centrodestra del nostro Paese. Tra i vari interventi dei parlamentari italiani spicca per toni polemici il leghista Mario Borghezio, che accusa Renzi di aver salvato l’azienda del padre mentre lascia fallire le altre imprese del nostro Paese.
MATTEO RENZI E IL SEMESTRE EUROPEO, LA REPLICA DEL PREMIER – Matteo Renzi chiude la sua replica ringraziando i parlamentari europei per aver riconosciuto i risultati ottenuti durante la presidenza italiana. Il presidente del Consiglio rimarca però come sia «strano» che i deputati italiani del Parlamento UE critichino in modo aspro il nostro Paese, rispondendo a Curzio Maltese, così come alla delegazione dei M5S. Matteo Renzi evidenzia come l’Italia abbia sì molto debito, ma sottolinea la forte crescita del risparmio dei nostri concittadini. Il premier rimarca come le famiglie si stiano «arricchendo» grazie all’aumento del risparmio, spinto dal «terrore della crisi». Matteo Renzi replica ai 5 Stelle sulla corruzione, citando la nomina di Cantone così come il commissariamento del Mose. Il premier poi critica Matteo Salvini per la scarsa presenza all’interno delle istituzioni europee con toni marcatamente ironici. Renzi cita un’intervista di Maroni che spiegava come la chiusura di Schengen sarebbe la morte dell’Europa, sottolineando la contraddizione attuale della Lega Nord e la profonda distanza tra demagogia e realtà. Matteo Renzi parla di un derby attualmente in corso in Italia, tra chi vede le difficoltà e punta sul riscatto del nostro Paese, e chi invece scommette sulla paura e sul fallimento. Questi, spiega il premier ai parlamentari dello Ukip che l’hanno contestato, sono i «bruti», non gli elettori di cui ha grande rispetto. Per Renzi l’Europa è molto più forte delle paure e degli attacchi che la attraversano in questo momento. Le ultime parole del dibattito in aula sono riservate al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, che ringrazia il lavoro del governo italiano e del suo «amico Matteo».
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Photo credit: REUTERS/Vincent Kessler