Matteo Renzi ai suoi parlamentari: «O Legge di Stabilità o buttiamo tutto». D’Attorre, Galli, Folino lasciano il Pd (VIDEO)

«Stiamo facendo cambiamenti epocali, altro che tecnici o commissari: i cambiamenti decisi sono tutti politici di una politica nuova». Il premier Matteo Renzi, interviene alla riunione dei parlamentari Pd sulla legge di Stabilità e stavolta, cosa molto rara, legge un testo scritto. Traccia un bilancio di successi ma anche dei prossimi rischi. E regala un sigaro cubano, quasi a simbolo di pace a chi spesso ha criticato la Legge di Stabilità: Pierluigi Bersani. E infine: «L’afflusso più grande di forze ai gruppi parlamentari di questo partito è arrivato non da Verdini, ma da Sel. Citando continuamente Verdini si fa un regalo alle opposizioni». Ma dopo l’intervento del premier arriva l’annuncio. Alfredo D’Attorre, Carlo Galli e Vincenzo Folino escono dal Partito democratico. Lo ha annunciato, secondo quanto si apprende, il bersaniano D’Attorre nel corso del suo intervento davanti all’assemblea dei parlamentari Pd. Il 7 novembre entreranno in un nuovo gruppo parlamentare con Fassina, Claudio Fava e Gregori.

GUARDA L’INTERVISTA AD ALFREDO D’ATTORRE

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MATTEO RENZI ALLA MINORANZA PD: “A VOLTE IL PROBLEMA SIA NOI”

– Sulla legge di stabilità e sullo scontro Stato-regioni (domani il premier incontrerà i governatori ndr) Renzi ha precisato: «Sulla sanità, il sociale e la cultura, noi investiamo più di prima. È assurdo dire che la manovra è in deficit». E ancora: «Siamo nel momento migliore da inizio legislatura; l’Italia è ripartita», ha detto Matteo Renzi, ricordando le riforme realizzate, dal Jobs Act a quella della PA. «I numeri sulle riforme dimostrano che la maggioranza è solida, i dati economici e le previsioni corrette dimostrano la nostra credibilità, il Jobs act sta funzionando bene e ci sono trasformazioni continue da lavoro precario a lavoro a tempo indeterminato…L’Italia esce dalla crisi se lo decidono gli italiani», ha aggiunto. Renzi infine ha tirato una frecciata alla minoranza Pd: «Ma non sono gli avversari a preoccuparmi. A volte il problema siamo noi. Vinciamo se gli altri li sfidiamo in positivo. Mi rivolgo alle numerose minoranze del Pd: attenzione il nemico non siamo noi». «Rispetto per chi ci lascia, ma non e’ in corso nessun smottamento nel Pd. O noi siamo in condizione di riconoscerci parte di una comunità oppure i continui no e i richiami a ciò che non va caratterizzano chi parla male» alla stregua delle forze dell’opposizione, sottolinea il segretario. «Non è possibile che si fa solo l’elenco delle cose non vanno».

MATTEO RENZI E IL SIGARO A BERSANI

– Sugli altri antagonisti politici Renzi ha criticato il ruolo attualmente rivestito da Silvio Berlusconi, e la sua intesa con la Lega: «Berlusconi sposa la filosofia dei bla bla block. È la fine di una parabola lunga 20 anni». «Non dobbiamo sottovalutare – ha aggiunto – quello che può accadere nel centrodestra e che secondo me accadrà. Siamo al bivio: o prendiamo l’occasione della stabilità come l’accelerata decisiva, oppure buttiamo tutto quello che abbiamo fatto». E ancora: «Non condanno il Paese alla stagnazione. Abbassare le tasse non è propaganda elettorale». Ed ancora: «Se cercate un premier che alza le tasse cercatevi un altro premier o si cambia Paese. In Italia le tasse devono andare giù». Infine il premier ha regalato un sigaro cubano a Pier Luigi Bersani. Un ‘Romeo y Julieta’ a Roberto Speranza, perché lo consegnasse all’ex segretario, giunto nell’aula dei Gruppi quando l’intervento di Renzi era già iniziato.

(foto ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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