Matteo Renzi da Fazio e il taglio delle tasse di mercoledì
09/03/2014 di Maria Teresa Mura
Matteo Renzi ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa comincia facendo sapere che si è svegliato alle 7 del mattino: «A Palazzo Chigi ufficio e camera da letto sono allo stesso piano, quindi si lavora più rapidamente in attesa di andare nelle scuole e farsi far le canzoncine…». E annuncia Raffaele Cantone come capo dell’Autorità anticorruzione.
MATTEO RENZI DA FABIO FAZIO – E subito Fazio gli chiede della canzoncina. «Sono rimasto sorpreso dalle polemiche perché noi siamo partiti dalle cose più importanti, come la scuola. Abbiamo preso degli impegni con i sindaci per l’edilizia scolastica, ho preso contatti con Renzo Piano per un suo ‘progetto di rammendo’, come lo chiama… stiamo cercando di ricostruire il paese con la scuola». Renzi poi parla di Siracusa: «I bimbi hanno cantato prima l’inno nazionale e poi la canzoncina fatta dall’insegnante. Hanno detto che c’è il culto della personalità di Renzi… Io vorrei dare un messaggio di serenità. Il governo deve parlare come gli italiani. Che si faccia polemica perché il rappresentante del governo va dentro le scuole… credo sia un errore».
Il monologo prosegue con la frase del Palazzo: «Ci vogliono chiusi e asserragliati dentro, hanno paura, quelli come Grillo, che noi ne usciamo». Fazio domanda dove si prendono i soldi per la ricostruzione: «Intanto prendiamo quelli che non sono stati spesi per il patto di stabilità. Poi ci sono i fondi di coesione, usati per aiutare la spesa dei fondi europei. Sono 16 miliardi di euro, spesi solo in parte. Usiamoli per le scuole».
Matteo Renzi da Fabio Fazio: le foto
MATTEO RENZI E LA LEGGE ELETTORALE – «Penso proprio che sarà la volta buona. So che adesso non fa più notizia, ma l’accordo regge e la legge porta al ballottaggio impedendo le larghe intese e i giochini da prima Repubblica», dice poi Renzi parlando della legge elettorale. «Martedì mattina si chiude», conclude poi. Sulla parità di genere, poi, aggiunge: «La parità ci sarà quando non ci saranno le dimissioni in bianco perché le donne sono rimaste incinte… Non è garantire alla singola deputata di fare la parlamentare». Poi comincia a parlare del MoVimento 5 Stelle: «Vi hanno votato per cambiare l’Italia, sulle province hanno fatto ostruzionismo: in Senato vogliamo eliminare l’attuale conformazione e nella riforma del Titolo V elimineremo le province. Si tratta di un risparmio dai 160 agli 800 milioni di euro: perché il 5 Stelle dice di no?». Fazio gli chiede del Senato: «Con un meccanismo secco e un solo ramo del parlamento hai una riduzione del numero dei parlamentari, oltre che del costo. Qui il Pd c’è, e Grillo non c’è. E non è un caso che oggi molti stiano cercando di scappare da lì».
MATTEO RENZI E LA RIFORMA DEL SENATO – «Se mille parlamentari sono troppi… eliminare il Senato aiuta», continua Renzi. Si parla dell’appuntamento di mercoledì per il Jobs Act e il taglio del cuneo fiscale: «La data è la differenza tra un sogno e un progetto, diceva Walt Disney. Mercoledì diamo ufficialmente inizio a un percorso di riforme con l’impegno di abbassare di dieci miliardi le tasse», continua. Sulle imprese: «Dobbiamo semplificare le regole del gioco, il fisco di per sé non è il nemico, dovrebbe aiutare le piccole e medie imprese a fare il loro lavoro. Faremo anche la dichiarazione precompilata da inviare a casa: semplificare il fisco, la pubblica amministrazione, la giustizia».
MATTEO RENZI E IL TAGLIO DELLE TASSE – «Mercoledì per la prima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo» afferma poi il premier, dicendo che si tratta di 10 miliardi. E’ anche molto secco: «Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite. Non ritengo giusto che ne parli oggi ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentare le tasse, ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche “le abbassi agli altri e non a me”», risponde alla domanda su cosa sceglierà per il taglio a Irpef e Irap. E ancora: «Ascoltiamo Confindustria, ascoltiamo i sindacati. Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese». Parlando degli intereventi che saranno varati mercoledì dal Consiglio dei ministri, Renzi sostiene: «Oggi la priorità è garantire competitività al sistema Paese cambiando il modello di business, e dire alle famiglie che guadagnano meno di 1500 euro al mese e non ce la fanno che se si riesce a dare loro qualche decina di euro al mese in piu’ quei soldi vanno non nel risparmio ma nel circuito economico. In questo scenario – puntualizza – non dobbiamo pensare a un derby Confindustria-Cgil; perche’ se cominciano cosi’ possiamo chieder loro: cosa han fatto fino a ora?”.
MATTEO RENZI E RAFFAELE CANTONE – «Proporrò Raffaele Cantone come capo dell’autorità anticorruzione prevista dal governo Monti e mai realizzata», annuncia poi Renzi su precisa richiesta di Fazio. «E’ un segnale che diamo, visto che ci raccontano come il paese della corruzione», aggiunge. L’Oscar a Sorrentino? E’ il segnale che «un paese si èriconosciuto nel fatto che la grande bellezza non può essere trascurata». Per Renzi, il riconoscimento sta a significare che «se un italiano può arrivare su una vetta così alta, possiamo fare qualcosa di buono ognuno di noi». Già che c’è, chiede di mettere on line le spese dei sindacati, dopo aver detto di aver imparato molto da Maurizio Landini.
MATTEO RENZI E L’INCONTRO CON SORRENTINO – Matteo Renzi, appena entrato negli studi Rai di via Mecenate a Milano e prima di iniziare la diretta, ha incontrato Paolo Sorrentino, anche lui questa sera intervistato da Fabio Fazio. ”Complimenti a te e a tutta la tua squadra”, ha detto il premier al vincitore dell’ Oscar per ‘La Grande Bellezza’ prima di abbracciarlo. ”Sono davvero contento per te”, ha detto ancora Renzi. Il presidente del Consiglio ha poi chiesto a un suo collaboratore di passargli il libro del regista, dal titolo ‘Hanno tutti ragione’, per poter avere l’autografo di Sorrentino. ”Questo e’ un libro bellissimo”, ha continuato il premier, facendo notare al regista tutti gli appunti presi, a penna rossa, durante la lettura. Sorrentino non si e’ comunque lasciato sfuggire l’occasione per dare anche un consiglio a Renzi: prima di salutarlo, lo ha esortato a tutelare il cinema italiano seguendo l’ esempio della Francia.