«Ho scelto io di fare l’emendamento». È una responsabilità che «rivendico con forza». Lo ha dichiarato Matteo Renzi intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione In Mezz’ora, in onda su Raitre, parlando dell’inchiesta sul petrolio che coinvolge alcuni ministri, come Federica Guidi e Maria Elena Boschi, che non risultano indagate ma saranno saranno ascoltate dai pm. Sull’emendamento rispetto al quale il governo avrebbe subito pressioni il governo il premier si è dunque assunto le responsabilità. «C’è il presidente del Consiglio – ha detto Renzi – che è coinvolto se questo è il tema: ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l’idea di sbloccare le opere pubbliche l’abbiamo presa noi per Tempa Rossa, per Pompei, per Bagnoli e per altre opere», quell’emendamento «è roba mia».
«Vorrei chiarire – ha detto Matteo Renzi parlando della vicenda giudiziaria – che l’indagine non riguarda il dovere di sbloccare le opere pubbliche: a noi i cittadini ci pagano per questo. Altro è se qualcuno ha pagato tangenti e in quel caso voglio che si scopra e chiedo ai magistrati di fare il massimo degli sforzi. Chi sbaglia paga». Sui presunti danni ambientali del giacimento Tempa Rossa, il capo del governo ha affermato: «Per adesso dopo 27 anni non è stato tirato fuori un goccio di petrolio perché le autorizzazioni sono state rinviate come spesso succede in Italia». E ancora, si è difeso il premier: «Ci dicono a noi che siamo quelli delle lobby quando noi abbiamo fatto la legge su reati ambientali, le pene sull’anticorruzione, abbiamo fatto delle iniziative concrete e reali compresa l’approvazione in prima lettura alla Camera del conflitto d’interessi. Dire che noi siamo quelli delle lobby a me fa, tecnicamente parlando, schiattare dalla risate».
Nel corso dell’intervista di Lucia Annunziata a In Mezz’Ora Matteo Renzi ha anche ricordato precedenti vicende giudiziarie che hanno sfiorato rappresentati del governo: «Io credo che su questa vicenda la Guidi ha sbagliato e in modo molto serio ha tratto le conseguenze. Quando venne fuori una telefonata inopportuna del ministro della giustizia Cancellieri che chiamava la famiglia di un indagato con cui aveva rapporti professionali il figlio, io trovai la telefonata inopportuna e lo dissi, ma lei no si dimise. La Guidi lo ha fatto perché è cambiato il clima nel Paese».
Il premier Matteo Renzi ha anche precisato di non essere in alcun modo a conoscenza dell’inchiesta: «Io non sapevo dell’inchiesta, perché devo saperlo? Una cosa è l’indagine giudiziaria che io non devo sapere, io non devo essere messo a conoscenza, diverso se sapevo del provvedimento che rivendico. Non sapevamo perché in un paese civile c’è la distinzione tra potere esecutivo e giudiziario. Dopo di che io spero che ci sia qualcosa di serio». E ancora: «Io ho saputo come i cittadini dell’indagine perché di fronte alla legge il premier è come gli altri, il premier non mette bocca sulle indagini».
Il presidente si è detto anche pronto ad essere ascoltato dai giudici: «Noi questo Paese lo stiamo talmente cambiando che se i magistrati vogliono mi interroghino non solo su te mi interroghino non solo su Tempa Rossa ma su quello che vogliono».
Sull’ammiraglio indagato Giuseppe De Giorgi, invece: «Ho massima stima e rispetto per De Giorgi. Ricordo che uno è condannato con sentenza passata in giudicato. Lui è una di quelle persone per cui l’Italia può essere fiera. Se ha commesso errori lo valuterà l’indagine».
«Io – ha affermato Matteo Renzi – non credo ai complotti dai tempi di Aldo Biscardi, credo che ci sia legittimamente e giustamente una battaglia politica contro di noi da parte di tante persone. Non definirei Grillo e Berlusconi poteri forti, piuttosto pensiero debole e loro cercano giustamente di bloccare questo tentativo di rimetter in piedi l’Italia». «A me dà noia quando mettono in discussione la mia onesta, sono un ragazzo di Rignano sull’Arno. Possono dirmi che non sono capace ma non disonesto».
Sul successore di Federica Guidi, appena dimessasi, al ministero dello Sviluppo Economico, Matteo Renzi ha affermato: «Io credo molto nella correttezza istituzionale e la nostra Costituzione prevede che il presidente del Consiglio fa una proposta al presidente della Repubblica e io la prima persona con cui parlerò delle mie idee è Mattarella, non l’ho ancora incontrato». Sarà una donna? «Ne parlo con Mattarella».
Sul referendum del 17 aprile sulle trivellazioni Matteo Renzi ha confermato la sua intenzione di non votare. «Questa legge sulle trivelle l’ha fatta il Pd, è evidente che spera che fallisca ma chi vuole andare a votare, scelga liberamente che cosa votare. Non stiamo con il fucile puntato. La linea è sempre stata questa, no news. Ma a chi dice che non bisogna indicare il non voto, ricordo che al referendum del 2003 la Quercia disse di non andare a votare sull’ art.18».
Infine, la conferma dell’azione legale contro Beppe Grillo per le offese rivolte al Pd dopo lo scoppio dell’inchiesta di Potenza: «Grillo ha detto che abbiamo preso i soldi dell’Eni e di questa frase deve rispondere. Se dice che io sono complice e colluso con le mani sporche di denaro non mi sta dicendo che sono incapace, mi sta togliendo la cosa più preziosa: il mio onore e dignità e su questo io reagisco».
(Immagine: Raitre)