Renzi e lo strappo con la minoranza Pd: «Hanno capito che aprivo per davvero e hanno rotto prima»
10/10/2016 di Redazione
Sarà quasi sicuramente una direzione Pd infuocata quella in programma oggi pomeriggio al Nazareno dopo lo strappo tra il premier Matteo Renzi e la minoranza del partito. La sinistra Dem ieri con alcune interviste rilasciate dai suoi leader Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani ha annunciato (confermato) l’intenzione di votare, al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, contro la riforma Boschi.
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MATTEO RENZI E LO STRAPPO DELLA SINISTRA PD
Il segretario ha risposto su Raiuno, all’Arena, definendo quello dei compagni di partito un No «per antipatia». «Bersani ha votato Sì per tre volte», ha detto Renzi intervistato da Massimo Giletti. Ricostruisce oggi Andrea Carugati su Repubblica:
«Non dicono No perché hanno un’alternativa, ma solo per antipatia». Matteo Renzi usa toni pesanti contro la minoranza dem che ha annunciato il suo No al referendum costituzionale. «Bersani ha votato sì tre volte a questa riforma, se cambia idea ciascuno si farà una sua opinione…». Ieri l’ex segretario, sul Corriere, ha bollato come «chiacchiere» le ipotesi di una modifica della legge elettorale. E Roberto Speranza, su Repubblica, ha parlato di «tempo scaduto». La minoranza teme che oggi alla direzione Pd il segretario si limiti a proporre una delegazione per trattare le modifiche all’Italicum con gli altri partiti. «A queste condizioni non ci stiamo», il messaggio al leader. «Nel Pd è un anno e mezzo che mi danno contro. Ma quando uno vota per antipatia mostra di avere scarsa visione per il paese», insiste Renzi ospite dell’Arena di Giletti su Raiuno. In serata arriva la replica di Bersani via Facebook: «La solita ipocrisia di chi fa finta di non capire. Con l’elezione diretta dei senatori e un radicale cambiamento dell’Italicum la riforma sarebbe potabile, altrimenti è indigeribile. Questa è da sempre la mia posizione».
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MATTEO RENZI VERSO UNA NUOVA APERTURA ALLA MINORANZA PD
Parole forti sarebbero state pronunciate da Renzi anche parlando ai suoi fedelissimi. «Il loro No è solo un pretesto. Quando hanno capito che aprivo per davvero, hanno voluto rompere prima: la mossa di Bersani non è spiegabile in altro modo. Vogliono far saltare tutto. Non solo il referendum. Ma noi in direzione apriamo lo stesso», avrebbe detto il premier-segretario nel corso della domenica di lavoro ai suoi più stretti collaboratori. Lo racconta Carmelo Lopapa su Repubblica. Il capo del governo avrebbe ancora intenzione di aprire alla minoranza, in direzione Pd, per costringere i dissidenti «ad assumersi le conseguenze delle loro scelte». Per spiazzarli pronto un lodo in tre punti:
Vigilia segnata dall’amarezza per le interviste con cui tanto l’ex segretario quanto Roberto Speranza gli hanno già notificato il No al referendum sulla riforma costituzionale. Ma il leader pd passa al contrattacco. «Io ho già detto che siamo disponibili a cambiare entrambe le leggi elettorali: l’Italicum per la Camera e quella del Senato. Hanno capito che facevo sul serio e hanno preferito far saltare il tavolo» è il commento a quelle interviste con i fedelissimi. «Ma noi in direzione apriremo lo stesso». E le modifiche messe sul tavolo passeranno dalla correzione degli attuali collegi all’introduzione del premio alla coalizione anziché al partito, fino alla svolta meno prevedibile, la possibile rinuncia al ballottaggio. Vero e proprio baluardo, finora irrinunciabile nella strategia renziana.
E invece no, pronti a cambiare. «Mi avevano chiesto di fare l’accordo sulle pensioni e l’ho fatto, modifico pure la legge elettorale, che devo fare di più?» ragiona a voce alta il presidente del Consiglio con i collaboratori più stretti. Tutto sa di «pretesto», ai suoi occhi. Una manovra che ha nel referendum del 4 dicembre solo un passaggio intermedio. «Con l’avanzata del populismo in tutta Europa non so come possano pensare di far saltare tutto proprio ora» è la considerazione amara della domenica. «Noi comunque non cadremo nelle loro trappole, nelle mine piazzate con le loro interviste», preannuncia Renzi allo stato maggiore che lo interroga per chiedere se partire alla carica o fermarsi ancora.
(Foto di copertina: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)