L’attivista anti-immigrazione del Fn s’innamora di un iraniano e lo aiuta a scappare in Inghilterra
28/06/2017 di Redazione
Beatrice Huret, 44 anni, francese, ex attivista del partito di estrema destra Front National, rischia una severa condanna per aver aiutato il suo amante, un rifugiato iraniano, a scappare in Inghilterra attraversando la Manica a bordo di una piccola imbarcazione. Ieri è cominciato il processo nei suoi confronti presso il tribunale di Boulogne-sur-Mer, nei pressi di Calais, nel Nord della Francia, durante il quale dovrà difendersi dell’accusa di «aiuto in banda organizzata al soggiorno e alla circolazione di un clandestino».
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L’accusa nei confronti della donna, vedova e madre di un ragazzo di 19 anni, è dunque quella di aver assistito migranti illegalmente e di aver messo in pericolo la loro vita. Mokhtar, l’iraniano aiutato dalla Huret, 35 anni, era uno dei clandestini del campo definito ‘giungla’ di Calais. La sua immagine aveva fatto il giro del mondo dopo che, un anno fa, insieme ad altri migranti, si era cucito la bocca con ago e filo per protesta. Proprio in quella occasione, la ex militante del Fn, era rimasta colpita dall’uomo e aveva deciso di aiutarlo a sopravvivere. La Huret aveva organizzato il viaggio e comprato sul web la piccola barca utilizzata per raggiungere le coste della Gran Bretagna, pagandola mille euro. Secondo il procuratore la donna e un altro attivista aiutarono Mokhtar mettendo a rischio la sua vita e quella di altri due iraniani. Migranti e attivisti furono poi tratti in salvo dalla guardia costiera britannica durante il viaggio. «La solidarietà è da lodare, ma non a qualsiasi prezzo e in qualsiasi condizione», ha detto il procuratore. «Nel 2016 – ha aggiunto – più di 5mila migranti sono morti nel Mediterraneo in barca. Non vogliamo raccogliere cadaveri sulle spiagge del passo di Calais». Huret prima dell’udienza di ieri ha detto di voler assumersi «piena responsabilità» per le sue azioni. E ripete di aver aiutato Mokhtar «per amore».
(Foto da archivio Ansa. Credit: Guilllaume Pinon / Pacific Press via ZUMA Wire)