Migranti in Europa, primo accordo sugli hotspot

Migranti in Europa, primo accordo a Bruxelles: fa un passo avanti la trattativa sul fenomeno storico delle migrazioni nel Vecchio Continente. I sistemi di redistribuzione dei migranti e i centri di smistamento saranno messi in operatività piena a partire da novembre e sono stati finanziati con un miliardo di euro, fondi che andranno a sostegno delle agenzie Onu che nei paesi di provenienza dei migranti stanno gestendo il flusso, quali l’UNHCR e il World Food Program. “Una notte importante per l’Italia”, ha detto Matteo Renzi: il regolamento di Dublino, a piccoli passi, sarà progressivamente superato.

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Il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha detto chiaramente: “L’attuale caos alle nostre frontiere esterne deve finire. Tutti sono d’accordo sulla necessità di recuperare il controllo dei nostri confini”. Entro “la fine di novembre” saranno attivati gli hotspot europei, i centri di smistamento nei paesi ricettori – principalmente Italia e Grecia – con i quali l’Unione mira a distinguere i rifugiati politici in fuga da guerre e persecuzioni, dai migranti economici in fuga dalla povertà. Angela Merkel si mostra positiva: “Una soluzione completa non c’è ma abbiamo fatto un necessario passo avanti”. Matteo Renzi sottolinea: “Fino a qualche mese fa, quando dicevamo che questo è un problema di tutti, ci guardavano male. E’ una notte importante per l’Italia”.

Sono stati necessari sei mesi e tre vertici europei, ma con la decisione di stanotte possiamo finalmente dire che l’…

Posted by Matteo Renzi on Mercoledì 23 settembre 2015

A fare rumore, subito prima del vertice, è stata la spaccatura nel cosiddetto gruppo Visengrad, i paesi dell’Est Europa quali l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovenia, la Romania. Viktor Orban ha annunciato, arrivando al meeting, che “il suo paese non si sarebbe opposto alla ricollocazione dei migranti”.

L’Ungheria si atterrà a quanto previsto dal Consiglio dei ministri degli Interni e si farà carico dei profughi che in base al piano Ue le verranno assegnati. Ma Orban cercherà anche un chiarimento con i partner europei dopo le condanne ricevute per la gestione dei migranti perché, riportano fonti diplomatiche ungheresi, “è la prima volta che gli Stati membri vengono biasimati perché hanno una posizione diversa” ed essere etichettati come “cattivi europei” è stata “un’esperienza scioccante”.

I fatti dimostrano che il regolamento di Dublino, ha detto il premier, sta per essere superato, ma bisognerà andare “per piccoli passi”. Incoraggianti le decisioni sugli aiuti economici, di cui parla Repubblica.

Ai Paesi si sono chiesti 500milioni di euro per il trust fund per la Siria (a cui l’Italia contribuisce con tre milioni di euro e la Germania con cinque); 1,8 miliardi di euro per il Fondo per l’Africa; ma anche che gli stanziamenti dei Paesi («drasticamente ridotti» nel 2015) per le agenzie che si occupano di rifugiati come il World food program e l’Unhcr tornino ai livelli del 2014, fino ad un miliardo di euro almeno.

Fra tre settimane è fissato il nuovo vertice, a metà ottobre.

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