“Il Movimento Cinque Stelle è come la Democrazia Cristiana”
13/07/2015 di Redazione
“Il Movimento Cinque Stelle è come la Democrazia Cristiana“, dice Ilvo Diamanti su Repubblica, in una lunga analisi del movimento pentastellato basato su sondaggi e dati elettorali: uguale alla Balena Bianca nell’essere una forza politica sostanzialmente interclassista, pronta ad andare al governo ma che, secondo i propri elettori e sostenitori, una volta nelle stanze del potere di Palazzo Chigi non dovrebbe fare né alleanze né compromissioni con altre forze politiche: si governa da soli.
“IL MOVIMENTO CINQUE STELLE E’ COME LA DEMOCRAZIA CRISTIANA”
Secondo Diamanti, la prima e principale forza del Movimento 5 Stelle è la sua trasversalità.
Fra intransigenza e tolleranza. Il problema del M5s, d’altronde, coincide con la sua principale risorsa. La trasversalità. L’assenza di fratture “unificanti”, interne ed esterne. Come l’anticomunismo, nella prima Repubblica. E l’antiberlusconismo, nella seconda. Nella post-democrazia dei nostri tempi, i muri ideologici sono crollati. E Renzi, oggi, divide. Ma anch’egli in modo trasversale. All’interno del suo partito, quasi più che verso l’esterno. Così, la principale frattura politica del nostro tempo è l’antipolitica. Che riflette la sfiducia degli elettori verso i partiti e gli uomini politici. Il principale canale di questo orientamento, oggi, è il M5s
Una trasversalità che per il politologo e studioso ha un solo termine di paragone, dimostrato anche dalle basi elettorali del Movimento Cinque Stelle.
Più che di un partito, lo statuto, ispirato da Grillo e Casaleggio, parla, d’altronde, di un “non-partito”. Ma forse sarebbe meglio definirlo un contro-partito. Attore protagonista della contro-democrazia. Senza ironia e senza intento denigratorio: è la Contro-Democrazia Cristiana dei nostri tempi. La CDC. Anche se, va chiarito subito, il M5s non può dirsi “cristiano”. Perché è laico, privo di connotazioni confessionali. E, come preciseremo più avanti, è molto diverso dalla DC. Che, tuttavia, evoca. Per alcuni tratti specifici.
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Un movimento interclassista e con un programma politico sostanzialmente misto.
L’interclassismo, anzitutto. Il M5s, infatti, è il primo partito fra i ceti medi pubblici e privati, fra i lavoratori autonomi e gli imprenditori. Come la DC. A differenza della quale, però, esprime maggiore capacità di attrazione fra i giovani e gli studenti. Fra i disoccupati. Minore, invece, fra gli elettori anziani e le donne. Dunque, fra le casalinghe. Poi la trasversalità politica. Un terzo dei suoi elettori si definisce, infatti, di centro-sinistra o di sinistra, oltre il 20% di centro-destra o di destra. Mentre una quota più ridotta (10%) si pone al “centro”. Ma i “centristi puri”, in Italia, hanno sempre costituito una componente limitata. Oltre un terzo degli elettori del M5s, invece, rifiuta lo spazio politico sinistra-destra. E si pone al di “fuori” e, quindi, “contro” di esso.
Alcune posizioni politiche sostanzialmente provenienti dalla destra, altre sostanzialmente dalla sinistra.
Intransigente e tollerante, al tempo stesso, verso gli immigrati. Ma anche verso i diritti dei gay. Ostile verso la UE e l’euro. Comunque, contrario ai privilegi dell’impiego pubblico. Deciso a “spianare” i campi Rom. E, invece, favorevole al reddito di cittadinanza. Quindi, ad allargare il Welfare. Insomma, la proposta politica del M5s presenta una miscela di elementi diversi. E contrastanti. Come gli elettori che rappresenta. E che lo “usano” con diversi fini e per diverse ragioni.
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Su una cosa moltissimi elettori del Movimento Cinque Stelle sono allineati e si trovano d’accordo: nessuna compromissione con le altre forze politiche, opinione poi modulata in maniera diversa a seconda del livello di “intransigenza”.
mMeno di un terzo dei suoi elettori vorrebbe che il M5s partecipasse a coalizioni di governo. In ambito locale e tanto più nazionale. La maggioranza di essi accetterebbe di allearsi solo in poche, specifiche occasioni. In funzione di alcuni obiettivi, particolarmente importanti. Mentre quasi un terzo della base del M5s rifiuta qualsiasi intesa. A priori. Da soli o all’opposizione. Per controllare e sorvegliare il potere, tendenzialmente corrotto e corruttore. Per questo il M5s è condannato a cambiare direzione di continuo. E a correre. Senza fermarsi mai. Speculare alla Democrazia Cristiana, che, era dovunque, sempre in movimento, eppure sempre ferma. Distesa sul territorio, nei luoghi del potere. Nazionale e locale. Dove, invece, il M5s agisce da contro-potere. È la contro-democrazia (cristiana).