Muore il Subcomandante Marcos, che non è mai esistito
27/05/2014 di Redazione
Il portavoce dell’esercito di liberazione zapatista saluta tutti e dichiara esaurita la «trovata pubblicitaria» che per vent’anni ha permesso all’EZLN d’ottenere l’attenzione internazionale.
GUARDATE QUI – Il Sub Comandante Marcos ha riscaldato il cuore di milioni di attivisti con le sue parole, ma non era nato per quello, anche se l’idea zapatista attraverso di lui ha poi raggiunto altri paesi e altre realtà ispirando altre insorgenze. È stato stesso portavoce dell’insurgenza del Chiapas a spiegarlo nel salutare il mondo, lui è stata «una trovata pubblicitaria» ispirata dall’osservazione del comportamento dei media verso la ribellione zapatista:
«Un esercito di giganti, cioè, di indigeni ribelli, scese in città per scuotere il mondo. Solo qualche giorno dopo, col sangue dei nostri caduti ancora fresco per le strade, ci rendemmo conto che quelli di fuori non ci vedevano. Abituati a guardare gli indigeni dall’alto, non alzavano lo sguardo per guardarci; abituati a vederci umiliati, il loro cuore non comprendeva la nostra degna ribellione. Il loro sguardo si era fermato sull’unico meticcio che videro con un passamontagna, cioè, non vedevano. I nostri capi e cape allora dissero: ‘vedono solo la loro piccolezza, inventiamo qualcuno piccolo come loro, cosicché lo vedano e che attraverso di lui ci vedano»
UN SIMBOLO – Così nacque Marcos, figlio di «una complessa manovra di distrazione, un trucco magico terribile e meraviglioso, un malizioso tiro del cuore indigeno che siamo; la sapienza indigena sfidava la modernità su ono dei suoi campi preferiti: i mezzi di comunicazione». Oggi Marcos muore perché «Ci siamo resi conto che oramai c’era già una generazione che poteva guardarci, ascoltarci e parlarci senza bisogno di guida o leadership, né pretendere obbedienza» e che quindi «Marcos, il personaggio, non era più necessario. La nuova tappa della lotta zapatista era pronta».
L’ANNUNCIO – Il messaggio è stato diffuso dalla comunità di La Realidad, insieme a lui c’erano sei responsabili del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno, convenuti per ricordare l’omicidio di Galeano, consumato pochi giorni prima per mano un gruppo di paramilitari della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos Histórica (CIOAC-H)dove pochi giorni fa è stato assassinato e seppellisce Marcos con parole definitive: «Se dovessi definire Marcos, il personaggio, vi direi senza alcun dubbio che è stata una pagliacciata». Una pagliacciata ad uso del mondo che vive lontano dalla selva, ma che nella selva manda i soldati e gli affaristi che ancora oggi uccidono chi s’oppone alle loro pretese.