Nasce un nuovo mostro bananiero

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La fusione tra Chiquita e l'irlandese Fyffes concentra il 70% del commercio delle banane nelle mani di tre sole corporation

La fusione Tra Chiquita e Fyffes  ha dato vita all’azienda più grande del settore, che da sola controlla quasi il 30% del mercato mondiale delle banane



 

MENO TASSE, PIÙ POTERE SUL MERCATO – Fyffes, per quanto poco conosciuta nel nostro paese, è il più antico marchio nel settore della frutta, esiste infatti dal 1929, anche se l’avventura del primo Fyffes con le banane è cominciata intorno al 1880. L’azienda irlandese è il secondo distributore di banane sul mercato europeo e il quarto globalmente, anche se sarebbe meglio parlarne al passato, visto che presto si chiamerà ChiquitaFyffes PLC  e anche se la sede sarà a Dublino, dove si pagano meno tasse, sarà quotata al NYSE (New York Stock Exchange) e con tutta probabilità diretta da un management con base a Charlotte nel North Carolina, sede della Chiquita Brands International Inc. visto che la maggioranza delle azioni del nuovo soggetto resta dalla parte americana. A Charlotte la sede dell’azienda ci è finita di recente, incassando contributi e notevoli vantaggi fiscali.



I PRECEDENTI INQUIETANTI – Azienda che per parte sua non è meno carica di storia, tanto che è diventata parte integrante della storia di molti paesi centramericani, che più volte hanno dovuto subire ingerenze, se non golpe orditi dalla famigerata United Fruit, l’antico nome della Chiquita  di oggi, che dallo spagnolo di traduce con con piccola o bambina e non evoca il terrore associato con l’identità precedente dell’azienda. Un cambio fatto in casa, Chiquita non era altro che un marchio per la commercializzazione del prodotto, quello che identificava le banane nel primo mondo e non quello che lo associava agli assassini nel cortile di casa americano. Vere e proprie imprese criminali descritte nel dettaglio da diversi testi dal titolo inequivocabile come Banana Wars o divenute parte di capolavori della letteratura ibero-americana come Cento anni di solitudine. Conosciuta negli Stati Uniti per l’immagine sorridente della banana con il cappello con la frutta, che un restyling trasformerà poi una ragazza, nel continente americano a Sud del Rio Grande era invece nota come el polpo, la piovra.

BUON SANGUE NON MENTE – Non che il cambio d’identità abbia impedito alla bambina di finanziare gruppi armati o d’ingerire nei paesi nei quali detieni il quasi-monopolio dell’export, controlla ancora enormi estensioni di terreno e detta legge. Documenti come i  Chiquita papers dimostrano oltre ogni dubbio che i vertici dell’azienda hanno continuato a giocare sporco anche dopo il cambio di ragione sociale, tanto che Chiquita ha dovuto incassare una condanna da un tribunale americano per aver finanziato dei terroristi colombiani. A trattare la causa per Chiquita è stato Eric Holder,che poi Obama ha nominato attorney-general.



LE REPUBBLICHE DELLE BANANE – L’espressione «repubblica delle banane» si deve proprio all’operato della United Fruit ed è l’espressione nata per caratterizzare dittature da operetta, anche se spesso particolarmente sanguinarie, pupazzi nelle mani dell’azienda americana che disponeva di quei governi come voleva e che di quei paesi finiva per controllare l’economia. Fyffes per parte sua non ha mai controllato vaste estensioni terriere, concentrandosi invece sul trasporto e la distribuzione, anche se come eccezione a questa regola c’è un’antica attività in Belize, nella gestione della quale non è che l’azienda si sia mostrata tanto diversa dai nuovi soci. Anche perché questa acquisizione non è altro che una specie di ritorno a casa dato che fino al 1986 Fyffes era controllata proprio da United Fruit e dopo la separazione le due aziende non mancarono di farsi una guerra spietata.

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La nuova azienda risparmierà così 40 milioni di dollari prima delle tasse e presumibilmente di più dopo le tasse, dato il nuovo gruppo dovrebbe fatturare circa quattro miliardi e mezzo di dollari, anche se quelli di Chiquita dicono che non lo hanno fatto per pagarne di meno. La nuova società, forte di circa 32.000 dipendenti schierati in diversi continenti, il suo nuovo capitale sociale sarà diviso quasi a metà tra gli azionisti di Chiquita e Fyffes (50,7% ai primi e 49,3 ai secondi) e permetterà loro di possedere un gigante capace di lasciare la concorrenza di Dole e Del Monte al secondo e terzo posto e di diventare anche la terza azienda nel mondo per la distribuzione di ananas e cocomeri.

Il nuovo assetto dei big bananieri finirà prevedibilmente per comprimere ancora di più lo spazio a disposizione dei produttori e distributori più piccoli, visto che le prime tre aziende finiranno per controllare in una maniera o nell’altra almeno l’80% del mercato stando ai dati dell’ONU. Il problema principale di questa fusione è quindi quello del passaggio al vaglio delle autorità antitrust europee ed americane, anche perché il nuovo soggetto controllerà la quasi totalità dell’export di alcuni paesi e dell’import di altri, ma in più avrà il quasi-monopolio delle infrastrutture e dei trasporti specializzati. Una situazione perfetta per sfruttare l’aumento del consumo delle banane, che di recente ha subito un’impennata grazie all’introduzione di tecnologie che permettono di aumentare la durata del ciclo di maturazione e conservazione, raddoppiandolo fino ai 40 giorni, e anche dall’aumento dei consumi in Asia.

Ne soffriranno i piccoli produttori caraibici, ma anche quelli dell’America Centrale e Meridionale, ma potrebbero soffrirne anche i consumatori nei paesi importatori perché aumenterà la capacità in capo a pochi soggetti di fare il prezzo e diventeranno altissimi i rischi della formazione di un cartello sui prezzi, visto che i rapporti con gli altri bananieri sono sempre pessimi fino a quando non c’è da guadagnarci per tutti e da tempo i grandi del settore si lamentano che le banane si vendano a prezzi troppo bassi. E ne soffriranno anche le casse del fisco americano, mentre al contrario quelle irlandesi faranno festa, anche se probabilmente finiranno per incassare dalla nuova azienda meno di quanto gli americani riuscivano ad ottenere dalla sola Chiquita per ora il fisco irlandese è il sicuro vincitore di questa partita.