‘Ndrangheta, la cosca che controllava la gestione del centro di accoglienza per migranti

15/05/2017 di Redazione

Colpo alla ‘ndrangheta. Con un blitz di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza è stata smantellata oggi una la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone: la Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Catanzaro ha disposto il fermo di 68 persone. Le accuse per gli indagati sono di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Nel corso dell’operazione anche un sequestro beni milionario.

 

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‘NDRANGHETA, COSCA CONTROLLAVA GESTIONE DEL CENTRO ACCOGLIENZA MIGRANTI

All’operazione, chiamata ‘Jonny’, hanno partecipato oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato (delle squadre mobili delle questure di Catanzaro e Crotone), Carabinieri del Ros e del Reparto operativo – nucleo investigativo di Catanzaro e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone (con il concorso dei rispetti uffici e Comandi centrali). I provvedimenti, disposti dalla Dda guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri, sono giunti a conclusione di indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto. La storica e potente cosca che fa capo alla famiglia Arena, era al centro di articolati traffici illeciti nelle provincie di Catanzaro e Crotone.

Dall’inchiesta è emerso che la cosca Arena controllava a fini di lucro la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto. Secondo le indagini, il gruppo criminale (oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni esercitate in maniera capillare sul territorio) controllava anche il centro oltre a coltivare ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse. La cosca storicamente attiva nel crotonese, aveva imposto la propria assillante presenza anche sull’area ionica della provincia di Catanzaro con estorsioni a tappeto ai danni di esercizi commerciali ed imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.

(Foto generica da archivio Ansa)

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