Non ci sono abbastanza piloti per i droni americani
16/01/2015 di Redazione
Gli aerei senza pilota, i cosiddetti droni, sono tutto fuorché «senza pilota» e ora gli Stati Uniti hanno difficoltà a trovare abbastanza uomini disposti a sostenere i lunghi turni di pilotaggio, perché aumentano il numero delle missioni e dei droni dispiegati.
QUANTE PERSONE DIETRO A UN DRONE – Per far volare un drone serve una squadra di circa 30 persone e altre 80 ne servono per analizzare le immagini e i dati che raccoglie un drone addetto alla sorveglianza. Poi c’è il capitolo dei piloti, perché i droni restano in volo per giorni interi e non qualche ora come gli aerei con equipaggio a bordo. Con il ritiro dell’Afghanistan e dall’Iraq i comandi americani credevano che le missioni con i droni sarebbero diminuite, ma invece è successo il contrario e non solo per le evoluzioni recenti in Siria.
L’AUMENTO DELLA DOMANDA DI DRONI – Di fronte a una tale capovolgimento delle previsioni i comandi americani cercano ora di correre ai ripari, proponendosi di arruolare ex piloti, di attingere anche tra i militari che non hanno raggiunto il grado di ufficiale e offrendo bonus economici per trattenere quanti vorrebbero lasciare il servizio.
GLI INCENTIVI PER I PILOTI – A differenza dei piloti veri, che consumano 2/300 ore di volo all’anno, i piloti dei droni fanno turni da 14 ore al giorno per sei giorni continuati e «volano» molto di più dei colleghi, lavoro che al netto delle differenze e dei minori pericoli delle operazioni telecomandate, risulta molto più gravoso e stressante, senza peraltro godere delle gratificazioni offerte ai piloti «veri».
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I DRONI VANNO TANTISSIMO – L’Air Force sembra provarle tutte per riuscire a soddisfare la domanda, oggi deve tenere circa 100 velivoli in aria 24/7 e la richiesta da parte dei comandi militari è in crescita, una situazione per fronteggiare la quale servirebbero interventi strutturali e non solo pezze estemporanee, anche perché il futuro modello di warfare americano sembra fare sempre maggiore affidamento sui droni, sia per i bombardamenti che per il supporto delle truppe a terra, ma soprattutto per la sorveglianza.