Nozze Gay, annullata la trascrizione a Udine
30/10/2014 di Redazione
Il Prefetto di Udine annulla la trascrizione di un matrimonio omosessuale contratto all’estero inviando un commissario ad acta agli uffici di stato civile del comune friulano. Il sindaco della città, l’esponente di centrosinistra Furio Honsell, affiancato dalle associazioni del movimento Lgbt locale con l’Arcigay Friuli in prima linea, ha parlato, ripreso da Rainews, di una decisione priva di valore giuridico in quanto secondo la legge l’annullamento può essere disposto solo da un tribunale per decreto.
IL DISPIACERE DEL SINDACO HONSELL – Honsell si è definito «dispiaciuto e colpito da questo atto», aggiungendo come a suo dire la decisione della Prefettura «non abbia nessun valore giuridico in quanto sulla base della legge che disciplina lo stato civile l’annullamento può essere disposto unicamente per decreto di un tribunale». Il primo cittadino di Udine si è poi dichiarato «addolorato che di fronte a un gesto come la trascrizione di un matrimonio, con una valenza di inclusione sociale e di garanzia di pari dignità e diritti a tutte le persone ci sia stata una risposta così pronta e, tutto sommato, autoritaria da parte di un organo dello Stato».
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LA RISPOSTA DI CHI È A FAVORE – L’atto della prefettura è stato difeso dal deputato Gian Luigi Gigli, Scelta Civica, e dal leader dell’opposizione di centrodestra del Comune di Udine, Adriano Ioan. Per Gigli «Ad essere privo di valore giuridico non è l’annullamento delle trascrizioni disposto dal commissario prefettizio in base alla legge e alla Costituzione, ma piuttosto le trascrizioni stesse di nozze gay contratte all’estero». Ioan ha lanciato al sindaco Honsell l’accusa di «protagonismo oltre ogni limite», ricordando che l’opposizione «sul terreno dei diritti civili ha sempre dichiarato la disponibilità al dialogo per sollecitare e coinvolgere i nostri parlamentari, che sono gli unici veri deputati a cambiare l’attuale obsoleta legislazione»
LA REAZIONE DI ARCIGAY – Flavio Romani, presidente di Arcigay, ha detto che a suo modo di vedere il ministro dell’Interno Angelino Alfano abusa dei propri ruoli istituzionali insieme al Prefetto di Udine: «È allarmante l’abuso che il ministro Alfano in primis e il prefetto di Udine in seconda istanza fanno dei propri ruoli istituzionali, al fine di portare avanti una battaglia ideologica lontana anni luce dal paese reale. Le coppie di gay e lesbiche che in queste settimane stanno ottenendo la trascrizione dei propri matrimoni contratti all’estero faticosamente guadagnano un briciolo di riconoscimento dopo anni di totale marginalizzazione. Questo piccolo ma importante traguardo deve essere l’apripista per un riconoscimento pieno, non può rivelarsi l’ennesimo fuoco fatuo condannato a spegnersi per colpa della grave latitanza della politica».
NON FINISCE QUI? – «Questo piccolo ma importante traguardo deve essere l’apripista per un riconoscimento pieno, non può rivelarsi l’ennesimo fuoco fatuo condannato a spegnersi per colpa della grave latitanza della politica. Non indietreggeremo di un passo, ha concluso Romani, continueremo a pretendere ciò che ci è dovuto e che molti italiani hanno già ottenuto varcando i confini e raggiungendo Paesi più civili del nostro». Nei giorni scorsi in sindaco di Udine aveva manifestato anche l’intenzione di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale contro eventuali cancellazioni d’ufficio delle nozze gay dall’anagrafe cittadina.
(Foto di copertina da archivio LaPresse. Credit: AP Photo / Jeffrey Phelps)