L’opuscolo con informazioni sbagliate sul latte diffuso nelle scuole di Bolzano

L’antefatto è rappresentato dalla denuncia di una mamma vegana che non ha voluto far partecipare il proprio figlio alla giornata del latte organizzata dalla Federazione latterie Alto Adige. Al bambino, il giorno dopo, è stato consegnato un opuscolo – stampato dalla stessa Federazione – in cui venivano diffuse delle informazioni sbagliate. Come quella che le mucche producono latte in più rispetto al fabbisogno del vitellino e che, per questo motivo, gli uomini possono «gustare questa prelibatezza».

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OPUSCOLO LATTE BOLZANO, LA SUA DIFFUSIONE NELLE SCUOLE DELLA CITTÀ

All’evento hanno partecipato anche altre scuole della città. Oltre all’Istituto Comprensivo Bolzano III, ad esempio, l’evento è stato condiviso anche dall’Istituto Comprensivo Bolzano II. Il dirigente scolastico di questo istituto – la dottoressa Carmela Grassi – ha commentato la vicenda. «Se si vogliono mettere in difficoltà le persone, ci si può anche riuscire ma non è questo il modo in cui una scuola lavora. Noi cerchiamo di fornire le risposte. Non conosco direttamente l’episodio (che riguarda un’altra scuola, ndr), ma la questione mi sembra esagerata».

OPUSCOLO LATTE BOLZANO, LE FOTO

In ogni caso, nel corso della giornata del latte, quell’opuscolo è stato diffuso. Ritrae immagini di mucche felicemente sdraiate a prendere il sole sulla sedia, si sottolinea l’ambiente idilliaco del maso dell’Alto Adige e, soprattutto, si scrive la frase incriminata sul latte. Si tratta di una semplificazione estrema: «Certo – risponde la preside -. Ma se noi controlliamo il numero di informazioni, non diciamo errate, ma opinabili che vengono diffuse nel mondo nel giro dei prossimi due-tre minuti, possiamo discutere anche per anni».

Il problema è che queste informazioni vengono diffuse all’interno di una scuola, con uno scopo didattico, dove quello che si trasmette ai bambini deve essere verificato. Inoltre, all’evento non ha preso parte nessun dietologo o nutrizionista che potesse offrire dettagli sui valori nutrizionali del latte e dei suoi derivati, né sono state messe in evidenza quelle diete che scelgono di non utilizzare questi prodotti. Questi percorsi, sostiene la preside, verranno promossi dalle aziende sanitarie del territorio, in un altro momento dell’anno scolastico. Intanto, però, c’è l’opuscolo. E ci sono tanti bambini che lo hanno letto.

OPUSCOLO LATTE BOLZANO, LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA LAV

«Chiediamo all’Ufficio scolastico della provincia autonoma di Bolzano e al Ministero dell’Istruzione di fare delle verifiche su questo tipo di iniziative – ha affermato il presidente della LAV Gianluca Felicetti -, perché si possano diffondere delle informazioni corrette, a differenza di quelle contenute negli opuscoli».

Secondo il presidente della LAV, infatti, i messaggi sbagliati presenti in quelle pagine sono almeno due. Il primo riguarda il latte e il secondo l’idealizzazione del Trentino Alto Adige come luogo di produzione del latte stesso e dei suoi derivati: «La produzione del latte viene stimolata da accoppiamenti che hanno sempre meno il carattere del contatto fisico e le mucche vengono predisposte per questo – ha dichiarato Felicetti -. Inoltre, in Trentino Alto Adige non c’è quell’idillio bucolico che, invece, traspare dalle pagine dell’opuscolo: i produttori hanno scelto di rivolgersi a mercati nazionali e d’esportazione, pertanto il latte non può essere prodotto soltanto attraverso le tecniche di allevamento tradizionali e non tutto il latte che viene trasformato in prodotti caseari proviene dal Trentino. Altrimenti, l’inserimento dei prodotti su questa larga scala di mercato non sarebbe sostenibile».

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