In Francia denuncia choc sugli allevamenti di conigli destinati al macello e alla moda, per marchi come Dior, Fendi e Dolce e Gabbana. Gli animali trascorrono la loro intera e brevissima esistenza in piccole gabbie, dentro a capannoni senza luce, imbottiti di antibiotici. E ciò che è più grave – aggiunge l’associazione animalista L214 – è che i tre allevamenti di conigli nell’occhio del ciclone riceverebbero finanziamenti dall’INRA, l’istituto nazionale francese per la ricerca agricola.
Assurdo – denuncia il portavoce dell’associazione Sébastien Arsac a FranceInfo “che un’istituzione pubblica abbia investito così tanti soldi per sostenere un settore privato del lusso che non ne ha bisogno e che opera – ha sottolineato – in condizioni scioccanti”. Ciò che accade all’interno dei tre allevamenti di conigli e nel macello nel sud-ovest della Francia è stato documentato dagli attivisti di L214 in un video.
Le immagini – ha spiegato Arsac – mostrano “animali rinchiusi per tutta la vita, con pochissimo spazio. I conigli che nascono nelle gabbie non vedranno mai la luce, perché gli edifici non hanno finestre. Non calpesteranno mai un filo d’erba e vedranno solo un raggio di sole quando saranno condotti al macello, quattro mesi e mezzo dopo la nascita”. E un terzo di loro quell’età non riuscirà a raggiungerla, morendo prima dentro le gabbie, nonostante la gran quantità di antibiotici e farmaci vari che gli vengono somministrati.
I conigli allevati sono destinati sia alla macelleria che alla moda: il 40% del fatturato delle aziende proviene dalla vendita della carne, il 60% da quella della pelliccia. Per questo gli animalisti di L214 hanno deciso di rivolgersi ai marchi di lusso che si riforniscono nei tre allevamenti di conigli – Dior, Fendi e Dolce e Gabbana – per chiedergli di mettere fine alla sofferenza degli animali. La petizione in poche ore ha già superato le 20.000 firme.
Quelques heures après la publication de notre dernière enquête, vous êtes déjà plus de 20000 à demander à @Dior, @Fendi et @DolceGabbana d’abandonner la #fourrure. Continuons de nous mobiliser activement pour mettre fin à cette souffrance: https://t.co/arxJ7gIkxN. #StopFourrure pic.twitter.com/hMTfctKODR
— L214 éthique animaux (@L214) 19 dicembre 2017