Ottoemezzo con Matteo Richetti e Carla Cantone

OTTOEMEZZO, A QUANTO AMMONTA IL DEBITO DELLA PA? – Paolo Pagliaro nel suo punto parla del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione spiegando che il valore di 90 miliardi è del tutto ipotetico, nato da un sondaggio della Banca d’Italia, visto che ci si chiede se tale cifra ammonta o a 60 o a 120 miliardi. Inoltre vengono escluse le società con meno di 20 abitanti, gli impianti sanitari e le piccole autorità locali. A giugno, tuttavia, arriverà la fattura elettronica e si spera che la situazione in futuro possa cambiare. Matteo Richetti spiega che bisogna coprire i 10 miliardi per 10 milioni d’italiani. E se la spending non è sufficiente, resta evidente che l’operazione centrale è lo sblocco del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione. Ed il fondo di rotazione per com’è stato studiato risolverà la questione. Ma al di là dei numeri un’impresa che si vede pagare la fattura paga l’Iva e questo mette in sicurezza l’intervento per i redditi bassi. Carla Cantone ritiene che può esistere una spending review che non faccia male, a patto però in cui si possa intervenire in altri ambiti ritenendo plausibile una patrimoniale che consentirà di recuperare parte delle risorse che possono servire per lo sgravio fiscale anche ai pensionati (e ricordiamo che non è uno sgravio fiscale ma un taglio del cuneo fiscale). La dottoressa Sileoni spiega che dall’esterno il sindacato è un’associazione di fatto riconosciuta e non si può dire se sono rinnovati dall’esterno. Ma tornando ai debiti delle imprese è fondamentale intervenire lì ed è molto meno popolare rispetto ai costi della politica ed alle auto blu ma è un problema inaccettabile in principio perché lo Stato non può fare la caccia all’evasioni per poi non pagare. Matteo Richetti ricorda che lui ha rinunciato al vitalizio ed invita il sindacato a riformarsi e Carla Cantoni, interpellata sul ruolo di Landini nel futuro della Cgil spiega che il segretario della Fiom è solo uno dei tanti segretari.

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OTTOEMEZZO, IL TEMA DEGLI 85.000 ESUBERI – Matteo Richetti parlando degli 85.000 esuberi nella Pubblica Amministrazione spiega che bisognerà guardare caso per caso tagliando le ridondanze e guardando quelli che sono i casi emergenziali come quello dei carabinieri in sottonumero da 10 anni. Cottarelli, continua Richetti, dovrebbe non solo snellire la cosa pubblica ma dovrebbe anche cancellare gli scatti senza meritocrazia concedendoli solo a chi li merita davvero. Serena Sileoni si dice favorevole alla proposta lanciata da Richetti di far entrare 20.000 giovani nella Pubblica Amministrazione ma tuttavia ha ricordato gli effetti di un blocco delle assunzioni scatenato dalla mobilità che porta la politica a non far cambiare niente. Richetti spiega che così come accade nel privato anche nel pubblico si possono mettere in discussione certe questioni che altrimenti bloccano l’economia. Carla Cantone, che si è detta d’accordo nel tagliare le pensioni d’invalidità non dovute, interpellata sulla meritocrazia e sulle sanzioni per chi non fa il suo dovere spiega che personalmente si trova d’accordo. Ma fatto sta, continua la Gruber, che negli ultimi decenni questo non è avvenuto. La Cantone dice che non è così perché i sindacati hanno fatto molto più di quanto hanno fatto stato o dirigenza. La dottoressa Sileoni spiega che è opportuno agire per premi e sanzioni ma il sindacato deve anche aprirsi alla flessibilità nel lavoro ed al cambiamento delle esigenze, considerando anche la possibilità di aprirsi e non arroccarsi di fronte alla digitalizzazione della P.A.

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OTTOEMEZZO, LA CGIL CONTRO I TAGLI AGLI SPRECHI – Carla Cantone spiega che la lista di Cottarelli è micidiale e bisognerà vedere in concreto cosa si farà visto che toccherà alla politica decidere su quanto proposto da un tecnico il cui lavoro preoccupa molto. Per Matteo Richetti è uscito un atteggiamento, ovvero l’analisi della spesa pubblica dando indicazioni per una riduzione congrua rispetto ai servizi che vengono offerti dallo Stato. Detto questo è opportuno farsi qualche domanda sugli enti che rischiano di essere doppi e che rappresentano uno spreco. Richetti conferma che la spending review taglierà le ridondanze e, per quanto riguarda gli esuberi, sarà opportuno analizzare il rapporto dei dirigenti rispetto ai dipendenti. Bisognerà poi controllare le singole municipalizzate per capire quali servono e quali no. Serena Sileoni ritiene che non ci sia molto di liberista in quel piano ma è giusto che sia così perché da qui emergono i dati su cosa può fare lo Stato e cosa no, dando una fotografia di quello che è lo stato della finanza pubblica. Un piano liberista sarebbe un piano politico che si occupa di garantire concorrenza e scelte su cosa il cittadino si dovrà aspettare dallo stato. E sul tema dei pensionati, la Cantone chiamata a commentare le sue parole con le quali definiva i pensionati un bancomat spiega che lei si deve fidare di Renzi che ha garantito che non verranno toccate le pensioni chiedendo l’estensione dello sgravio fiscale anche ai pensionati che non sono sottoposti al cuneo fiscale, come ricordato da Matteo Richetti che parla delle incapienti e delle prospettive per migliorare il loro stato. Carla Cantone interviene chiamando Richetti «Matteo», nome che torna spesso. E scatta lo scontro con Richetti che dice che il sindacato è contro tutto e che ha voglia di fare sciopero. Alla fine non si è capito nulla, a parte il fatto che le riduzioni toccano il cuneo fiscale e non sono sgravi sull’Irpef. La dottoressa Sileoni spiega che gli sprechi ci sono stati negli anni scorsi ed a meno che non si modifichi retroattivamente il meccanismo retributivo bisogna mettersi l’anima in pace ma lei non è favorevole perché significherebbe una marcia indietro sulle spalle di chi percepisce le decisioni dello Stato.

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OTTOEMEZZO, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a Ottoemezzo, il programma condotto da Lilli Gruber ed in onda su La7 a partire dalle 20.30 saranno ospiti il deputato del Partito Democratico Matteo Richetti, Carla Cantone della Spi-Cgil e Serena Sileoni dell’Istituto Bruno Leoni. Si parla della battaglia promessa al governo per quanto riguarda le anticipazioni sulla spending review, con la Cgil che non starà né ferma né zitta.

 

 

 

 

 

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