Paolo Bovi: l’ex tastierista dei Modà tenta il suicidio
24/03/2014 di Redazione
L’ex fonico e fondatore dei Modà, Paolo Bovi, ha tentato di suicidarsi la notte scorsa, collegando una canna di gomma al tubo di scappamento della sua auto, ma è stato salvato dai carabinieri di Cassano d’Adda che l’hanno individuato grazie all’input del braccialetto elettronico di cui si era liberato dopo che gli era stato messo perche’ ai domiciliari per presunti abusi su minori. L’uomo è stato portato in ospedale e poi in carcere per evasione.
PAOLO BOVI (MODÀ) ACCUSATO DI MOLESTIE SESSUALI SUI MINORI – L’uomo, residente nell’Hinterland Milanese, era stato arrestato a metà gennaio dalla polizia e posto ai domiciliari dall’autorità giudiziaria. Secondo quanto ha spiegato il Corriere della Sera, Bovi aveva fondato insieme al frontman del gruppo “Kekko” la band arrivata seconda nel 2011 e terza nel 2013 al festival di Sanremo nell’oratorio di una chiesa di periferia di Milano. Un luogo frequentato da anni dal fonico dei Modà, un 40enne incensurato, cresciuto proprio in quell’oratorio, dove faceva l’animatore, insegnando chitarra ai ragazzi. Era diventato un luogo simbolo: sempre nella stessa parrocchia organizzò il primo concerto dei Modà: «Eravamo all’oratorio e venne giù il diluvio universale, eppure riuscimmo a radunare circa 500 amici e conoscenti», rievocava Paolo Bovi nel 2011 su «Il Giorno», come racconta il Corsera. Oggi quella stessa parrocchia è diventata nota per l’inchiesta che lo vede agli arresti domiciliari, con l’accusa di aver molestato nel 2011 quatto ragazzini tra i 13 e i 16 anni. Le quattro violenze si sarebbero consumate all’esterno della struttura, in altri luoghi dove Bovi avrebbe attirato le giovani vittime.
PAOLO BOVI AI DOMICILIARI CON IL BRACCIALETTO ELETTRONICO – Nella parrocchia Bovi era conosciuto da tutti o quasi. I genitori si fidavano di lui, fino a quando alcuni allievi hanno iniziato ad avere comportamenti strani. Poi, il racconto delle molestie subite dal loro maestro di chitarra. In questo modo è partita l’inchiesta sul 40enne, nato a Cernusco sul Naviglio, ma residente a Cassina de’ Pecchi. Con l’ordinanza, emessa dal gip Luigi Gargiulo su richiesta della Procura, è stata disposta la misura degli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico. Un provvedimento che è stato applicato per la prima volta nel capoluogo lombardo. Come ricorda il Corriere della Sera, le violenze contenute nell’accusa, sarebbero avvenute nel 2011 ma le denunce dei genitori sono arrivate solo nel 2013: è stata una madre ad accorgersi di come il figlio fosse spesso nervoso e violento, fino a quando il ragazzo ha raccontato degli abusi subiti dall’animatore. Dopo essersi confrontata con altri genitori, sono poi emerse altre storie di violenze. Si parla di “penitenze” da scontare, in occasione di partite perse a “strip poker” in parrocchia. Ma non solo: si parla anche di massaggi e giochi a sfondi sessuali. In particolare, in un’occasione, Bovi avrebbe convinto un minore a sdraiarsi nudo assieme a lui all’interno di un sacco a pelo utilizzato durante un campeggio in Val d’Aosta. Nell’ ordinanza il gip Gargiulo ha definito gli atti di “lieve entità”, per il motivo che non sarebbero stati consumati rapporti sessuali completi. Attraverso testimonianze e intercettazioni, è stato però possibile incastrare Bovi, da tempo già allontanato dalla parrocchia.