Papa Francesco, la tratta delle novizie e le «fabbriche di piccoli mostri»

03/01/2014 di Redazione

Evitare “seminari” che possano diventare “fabbriche di mostri”. Questo uno dei passaggi più importanti del Colloquio di Papa Francesco con i Superiori Generali riportato dal sito civilità cattolica. Un discorso lungo e articolato, che lancia uno sguardo sulla società dal punto di vista della Chiesa così come la descrive e vede il nuovo Pontefice, che oggi punta il dito anche su alcune “derive” che la Chiesa non ha adeguatamente combattuto negli anni scorsi.

...grazie ad un approccio unico (intothehearts.blogspot.com)
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L’UMANIZZAZIONE DEI SEMINARI –  Nei seminari “dobbaimo formare il cuore. Altrimenti formiamo dei piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca”. Così precisamente il papa descrive i pericoli di una ricerca spasmodica di nuove “leve” nella chiesa, leve sulla cui “educazione” si perplime, descrivendola addirittura come “poliziesca”. Per tutto il discorso Papa Francesco si interroga sulla disumanizzazione del mondo e per certi versi, della nuova società “complessa” molto più di quella che lui ha vissuto in gioventù. Tale complessità rischia di abbattersi anche sugli uomini e donne di Chiesa, secondo lui oggi lungi dall’essere formati nel modo giusto. Di più: il Pontefice mette in guardia dall’accettare i “corrotti”, e più precisamente ammonisce: “Non sto parlando di persone che si riconoscono peccatori: tutti siamo peccatori, ma non tutti siamo corrotti. Si accettino i peccatori ma non i corrotti”

LE NOVIZIE – Altro passaggio che farà discutere è quello che concerne la tratta delle novizie, un fenomeno già noto ma spesso “dimenticato” dalle burocrazie ecclesiastiche, almeno negli anni scorsi. “Bisogna Tenere Gli occhi aperti su queste situazioni” ha ammonito il Pontefice, secondo cui il reclutamento vocazionale così “condotto” può avere gli stessi rischi citati già per la formazione “poliziesca” di cui sopra. Perché di reclutamento si tratta, specialmente in quei paesi che non ospitano case di una Congregazione. Così i giovani e le giovani vengono prelevati dai paesi più poveri e inviati nei paesi che più risentono della crisi vocazionale degli ultimi decenni. La reale vocazione di questi giovani e la propensione alla vita religiosa passano in secondo piano. Un problema contro il quale papa Bergoglio oggi punta il dito con veemenza. 

COSA È LA TRATTA DELLE NOVIZIE? – Il fenomeno, già denunciato negli anni ’90, spicca soprattutto nelle Filippine, paese da cui all’epoca arrivò un grido d’allarme:

Fra questi, secondo una lettera arrivata al Sinodo, spicca l’ arcipelago delle Filippine, dove i vescovi cattolici locali denunciano l’ esistenza di una sorta di “tratta delle novizie” da parte degli ordini religiosi italiani. [..] Nella sola Manila in pochi anni sono arrivate ben 87 congregazioni femminili e 32 maschili, quasi tutte provenienti dall’ Italia. Sono infatti le congregazioni italiane, accusano i vescovi filippini, che per far fronte alla loro crisi vocazionale stanno facendo incetta di novizie filippine, molte delle quali scelgono di entrare in convento anche col miraggio di poter espatriare in Italia con la speranza di lavorare. “Ciò che dobbiamo salvaguardare – scrivono i vescovi filippini – è la ‘ santità’ della vocazione stessa. Non reclutiamo per l’ esercito, nè pubblicizziamo una nuova marca di sapone”. In un altro passo dell’ appello, i presuli dell’ arcipelago filippino invitano le congregazioni a evitare che la loro missione si esaurisca in una febbrile corsa all’accaparramento di novizie

Un appello che, purtroppo, è rimasto inascoltato:

Ma il pontefice alla celebrazione d’ apertura del Sinodo non ha parlato nè di numeri, nè di crisi vocazionali. Ha preferito parlare di “speranza per il futuro e di fiducia per le nuove forme di vita consacrata al servizio della Chiesa”, ricordando, però, che senza le tre antiche regole monastiche di povertà, castità e obbedienza, le suore e i frati non avranno vita facile. Evidentemente, il papa prima di dire la sua sulle cause che stanno alla base della grande fuga registrata nei conventi negli ultimi decenni preferisce sentire le valutazioni dei padri sinodali. Stando ai dati forniti dalle autorità vaticane i religiosi e le religiose nel mondo oggi sono oltre 1.116.000. Nel 1966 superavano il 1.217.000. Rispetto ai 916.000 del 1991 c’ è, quindi, una sostanziale ripresa grazie soprattutto alle vocazioni delle monache di clausura. Ma rispetto a 30 anni fa mancano all’ appello oltre centomila religiosi. (Repubblica)

Del fenomeno si è parlato anche sul Corriere, che nel 1996 scriveva:

Non sono carmelitane ma le chiamano “le scalze” perche’ entrano in convento senza aver mai conosciuto l’ uso delle scarpe. Arrivano da una regione povera dell’ India, Kerala, giovani o giovanissime, poco piu’ che analfabete, con nessuna conoscenza delle lingue al di fuori del loro dialetto. Sono la pattuglia piu’ numerosa delle nuove fidanzate del Signore, importate in Spagna attraverso un mercato delle novizie che nasconde inquietanti speculazioni e mette da tempo in allarme il Vaticano.

STOCK DI NOVIZIE D’IMPORTAZIONE – E si parla anche di novizie «importate a stock», di cui si loda l’entusiasmo ma che spesso resistono alla nostalgia di casa, abbandonando il velo e la presunta «vocazione»:

“Le indiane e le keniote sono particolarmente ammirevoli . dice Maria de la Encarnacion, responsabile delle clarisse in Andalusia .. Hanno una naturale allegria e una spiritualita’ profonda. Non le stanca il lavoro e si dedicano al canto con fervore”. Ma molte altre non resistono e si perdono lungo l’ apprendistato prima dei voti. Per alcune e’ invalicabile l’ impossibilita’ di comunicare, per altre e’ troppo forte la nostalgia. Nei casi difficili si tenta di trasferirle a congregazioni dedite alla vita attiva; nei casi irrecuperabili non resta che rispedirle a casa, come s’ e’ dovuto fare con una ragazza accettata in uno stock d’ importazione senza immaginare che fosse cieca. Talune, non sopportando le restrizioni monastiche, chiedono d’ essere rimpatriate, altre cercano di liberarsi dal velo con la vana speranza di poter restare come cittadine spagnole.

INTERMEDIARI – Una «pratica» già denunciata quasi vent’anni fa da monsignor Mario Tagliaferri, che da Madrid scriveva preoccupato, denunciando anche l’esistenza di intermediari in grado di procurare ragazze pronte a diventare novizie senza l’adeguata preparazione religiosa:

Si sa che alcuni conventi pagano forti somme a intermediari, privi di autorizzazione ecclesiastica, e mandano aiuti economici alle famiglie”. Non e’ cosi’ che si conquistano nuove anime al servizio di Dio. Dopo la partenza di monsignor Tagliaferri ci sono stati altri interventi e anche il ministero degli Esteri spagnolo ha tentato di porre un freno con maggiori controlli sui visti d’ ingresso. Ma i viaggi delle vocazioni non si fermano, sospinti dietro le quinte dalle madri superiore che non riescono piu’ nemmeno a mettere insieme un coro per le funzioni.

PAPA FRANCESCO: «FORMARE RELIGIOSI CON IL CUORE TENERO» – Un’altra vergogna da correggere per Papa Francesco, che affronta con i Superiori Generali il tema della «tratta delle novizie», sottolineando come i giovani e le le giovani possano essere «indottrinati» senza tenere conto della propria cultura d’origine:

Il Papa ha quindi insistito molto sulla formazione che, a suo avviso, si basa su quattro pilastri fondamentali: formazione spirituale, intellettuale, comunitaria e apostolica. È imprescindibile evitare ogni forma di ipocrisia e di clericalismo grazie a un dialogo franco e aperto su ogni aspetto della vita: «La formazione è un’opera artigianale, non poliziesca», ha affermato Papa Francesco: «l’obiettivo è formare religiosi che abbiano un cuore tenero e non acido come l’aceto».

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