Papa Francesco ha incontrato il Patriarca Kirill a Cuba. Un incontro storico, quello tra il Santo Padre e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, suggellato da un abbraccio immortalato dai tanti fotografi presenti.
Un incontro quanto mai importante, avvenuto non in Europa ma durante il viaggio pastorale di Bergoglio in Sudamerica, il primo dopo lo scisma tra l’a Chiesa d’Oriente e quello di Occidente avvenuto nel 1054. Scrive Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, raccontando l’abbraccio tra i due capi spirituali:
«Hermano, hermano… Finalmente!», ripete vivace Francesco alternando spagnolo e italiano. E Kirill, un sorriso che si apre sulla lunga barba grigia: «Adesso le cose sono più facili…». Ore 14,25, le 20,25 di ieri sera in Italia: le due Santità si abbracciano, si baciano tre volte sulle guance sullo sfondo di un grande Crocifisso ligneo, e hanno l’aria emozionata per un incontro «tanto, tanto voluto da mio fratello Cirillo e da me», spiegava il Papa in volo. Sole, vento caldo. La prima volta nella storia avviene dove mai lo si sarebbe aspettato, il Papa della Chiesa cattolica e il Patriarca ortodosso di Mosca che infine si vedono «per grazia di Dio» ai Caraibi, in una saletta all’aeroporto dell’Avana: il presidente cubano Raúl Castro, col sostegno di Putin, ha offerto l’isola come terreno «neutro» e accoglie sulla pista il pontefice che fa tappa prima di proseguire per il suo viaggio in Messico.
Al centro dell’incontro tra Francesco e Kirill il tema della persecuzione dei cristiani e il rischio di un nuovo conflitto globale. Ma anche un accenno al tema caldo del matrimonio e della famiglia:
«Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e maternità, come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica», si legge nel testo firmato da Francesco e Kirill. E ancora «il diritto inalienabile alla vita» e la denuncia di «milioni» di aborti, la preoccupazione per le «tecniche di procreazione mediamente assistita» e la «manipolazione della vita umana». L’impegno a lavorare, cattolici e ortodossi, per la pace in Ucraina. La dichiarazione «non è politica o sociologica ma pastorale: si sono incontrati due vescovi», spiega più tardi il Papa ai giornalisti.
(Photocredit copertina: ALEJANDRO ERNESTO/AFP/Getty Images)