L’appello della giornalista freelance che attacca la Lorenzin e difende i genitori del bimbo morto di morbillo a Monza | VIDEO

24/06/2017 di Redazione

Sta facendo il giro del web un video girato da una giornalista freelance che, in poco meno di 24 ore, ha già raggiunto il milione di visualizzazioni. Patrizia Miotti ha voluto dire la sua sul caso del bambino di Monza malato di leucemia e morto a causa del morbillo. In un video di 5 minuti, la giornalista ha manifestato le sue perplessità nei confronti dei colleghi che, in queste ore, stanno additando la famiglia della piccola vittima come responsabile della tragedia.

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GUARDA IL VIDEO SUI VACCINI GIRATO DA PATRIZIA MIOTTI

«Prima di essere giornalista sono madre – dice la Miotti – e posso capire quello che stanno provando. Quello che non riesco a capire è il modo in cui i miei colleghi stanno strumentalizzando questa notizia: stanno facendo sentire in colpa due genitori che colpe non hanno. Il bambino poteva morire anche a contatto con bambini appena vaccinati».

La giornalista sostiene di non poter essere etichettata come no-vax, essendo lei e la sua famiglia vaccinati, ma chiede comunque delle delucidazioni e delle prove scientifiche in merito al provvedimento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin di aumentare il numero delle vaccinazioni obbligatorie: «Non esistono studi scientifici effettuati sulla somministrazione di dodici vaccini – continua la giornalista nel video appello -, e sugli effetti sul sistema immunitario di un neonato. Questo è anche il motivo per cui non esiste Paese al mondo dove dodici vaccini sono obbligatori».

Inoltre, la giornalista nel video – che in poco tempo ha fatto il giro di tutte le bacheche di genitori no-vax su Facebook e su Twitter – chiede che «il Senato, che discute della costituzionalità, o incostituzionalità di questo decreto, si interroghi sulla natura scientifica del decreto Lorenzin, perché la scienza si basa sui fatti, e non sull’empatia, o sulla povera morte di un bambino».

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