Ecco perché Marco di Stefano è indagato per corruzione

10/11/2014 di Redazione

Marco di Stefano, deputato del Partito Democratico autosospesosi dalla Camera dei Deputati ed ex assessore al Demanio della giunta del Lazio di Piero Marrazzo, è indagato per corruzione: il caso è emerso alla fine della scorsa settimana. Fra voci non del tutto chiarite di strane telefonate con le quali di Stefano lasciava intendere che molti altri esponenti del centrosinistra rischiavano di rimanere invischiati nell’inchiesta sui fondi della Regione, man mano che i giorni passano i termini del coinvolgimento del potente esponente democratico laziale diventano più chiari. 

LA TANGENTE – Secondo l’ipotesi d’indagine, Di Stefano avrebbe incassato una tangente da 1,8 milioni di euro; in cambio, l’ex assessore avrebbe individuato in due locali dei costruttori Antonio e Daniele Pulcini le nuove sedi della società Lazio Service, 100% in house della Regione. Per l’affitto di questi locali in via del Serafico sarebbe stato corrisposto “un affitto a prezzo esorbitante e fuori mercato“: prima tranche da 3 milioni e 395mila euro e seconda da 3 milioni e 792mila euro, in cambio appunto della maxi-tangente e di “altri benefici”.

GLI ALTRI ESPONENTI – Non solo, sembra, scrive Repubblica, che Lazio Service avesse già una sede ma che in un’assemblea di Lazio Service del 2008 venne proposto di spostare il personale in un nuovo stabile: “L’esigenza di spostare il personale della società “fu evidenziata, da ultimo, con una lettera a firma Di Stefano”. E che lo stesso assessore, nel corso dell’assemblea, segnalava la necessità di trovare una sede adeguata e “si impegnava a fornire la copertura finanziaria”. Quello di Di Stefano sarebbe solo uno dei legami che i Pulcini avrebbero tentato di stringere con politici e ambienti dirigenti della Capitale, nella ferma intenzione di accreditarsi come referente di esponenti di entrambi gli schieramenti: non si fece alcun problema, infatti, a mettere a disposizione in maniera del tutto gratuita un vasto immobile al candidato consigliere del PdL Fabio de Lillo. 

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