Perché Marine Le Pen ha trionfato alle elezioni comunali in Francia
24/03/2014 di Alberto Sofia

Un trionfo al sud, in testa in in almeno 8 città, molte delle quali impreviste. Nonostante si sia presentata solo in quasi 600 sugli oltre 36.700 comuni francesi al voto, l’estrema destra di Marine Le Pen, il Front National, si è rivelata la protagonista del primo turno delle elezioni comunali transalpine. Due anni dopo l’elezione all’Eliseo, per il Partito socialista del presidente Francois Hollande è stata invece una disfatta totale: la sinistra di governo è stata punita dagli elettori, con i candidati dell’Ump (destra moderata) in testa nelle prime due città, Parigi (si andrà al ballottaggio) e Marsiglia.

IL SUCCESSO DI MARINE LE PEN IN FRANCIA – La destra-antieuro del Front national di Marine Le Pen spaventa così l’Unione europea, in vista delle elezioni europee del 25 maggio prossimo, dove diversi sondaggi la premiano come primo partito in Francia. Le Monde ha parlato di “risultato storico”, nel quale la leader dell’ultradestra potrebbe centrare l’obiettivo di mille consiglieri comunali eletti. «Un terremoto politico?», si chiede il quotidiano transalpino, che precisa come la strategia del simbolo dei partiti antieuro in Europa (considerati anche i numeri del FN) guarda oltre alle elezioni comunali. «Ora che ha segnato diversi punti nelle elezioni di marzo, sogna di raggiungere il primo posto alle elezioni europee di maggio, superando l’Ump e il Ps, puntando sulla disaffezione dei cittadini dai partiti tradizionali e cavalcando il risentimento». Se i sondaggi mostrano questo risultato come possibile, Le Pen punterà poi alle elezioni regionali del 2015 per consolidare la sua presenza nei territori. «Ma il grande obiettivo restano le presidenziali del 2017, dove è convinta di poter trionfare», ha spiegato Le Monde.
I RISULTATI – Alla fine, in base ai numeri preliminari annunciati in serata dal ministro degli Interni Manuel Valls, la destra ha raccolto il 46,54 % dei voti, la sinistra il 37,74 %, mentre l’estrema destra di Marine Le Pen il 4,65 % (soltanto lo 0,58% per l’estrema sinistra) nel primo turno delle elezioni comunali di domenica in Francia. Un risultato inesorabile: a vincere sono stati l’astensionismo – ha sfiorato il 39%, battendo ogni record, a dimostrazione della disaffezione dei francesi verso l’establishment, soprattutto tra gli ex elettori della gauche, delusi dai due anni di mandato di Hollande – e l’estrema destra, mentre i due partiti principali della politica francese sono usciti clamorosamente sconfitti da questo primo turno delle amministrative. Lo dimostrano i numeri di città come Fréjus, Hénin-Beaumont, Béziers, Perpignan, dove il candidato del Front National è in testa o è riuscito ad essere eletto direttamente al primo turno. Se la portavoce del governo socialista, Najat Vallaut-Belkacem, considerati i risultati deludenti, ha annunciato l’intenzione di fare appello al Fronte repubblicano – un alleanza tra Ump e Partito socialista contro la minaccia di vittoria del Fronte nazionale – , dalla destra moderata non sono per adesso arrivati segnali di apertura. Anzi, è stato il presidente dell’UMP, Jean-Francois Copé, a richiamare gli elettori del Fn per il secondo turno, facendo partire un appello affinché i lori voti confluiscano verso i candidati dell’Ump presenti al ballottaggio. Lo stesso Francois Fillon, ex premier, ha poi aggiunto come non ci sarà alcuna desistenza, «nessun accordo» nei centri dove il candidato Fn si trova in testa. Marine Le Pen ha invece definito il risultato come «una vittoria straordinaria»: «Oggi i francesi si sono ripresi la loro libertà. Socialisti e destra UMP? Per noi non cambia niente, non ci alleiamo con nessuno. L’uno e l’altro fanno la stessa politica, le stesse cose», ha spiegato.
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LA VITTORIA DI LE PEN – L’avanzata dell’ultradestra è partita da quei comuni roccaforte che non hanno tradito: Béziers, Hénin-Beaumont, Avignon, Perpignan, Fréjus, in alcuni casi sfiorando l’elezione già al primo turno. Risultato inaspettato per Le Pen anche a Forbach, nell’ex cuore industriale del paese transalpino. Ma soprattutto il FN è al secondo posto a Marsiglia dove, seppur di poco, il candidato Stephane Ravier (22,5%) ha scavalcato il rivale socialista Patrick Menucci al 21,2%. Nella grande città meridionale si conferma favorito il sindaco uscente dell’Ump, Jean-Claude Gaudin, nettamente primo con il 36,5%. A questo punto, in attesa che lo spoglio proceda e si verifichino i candidati al ballottaggio, decisivi saranno gli appelli dei leader nei molti municipi dove ci saranno le cosidette sfide ‘triangolari’, ossia con un candidato dell’Ump, uno socialista ed uno del Fn. A Parigi nonostante i sondaggi complessivi mostrino un testa a testa in base alle percentuali tra la candidata della destra Nathalie Kosciusko-Morizet e la rivale socialista Anne Hidalgo, in realtà il pessimo risultato della candidata dell’Ump nel suo quartiere, il decisivo XIV arrondissement (è per ora sette punti indietro alla rivale socialista) e nel XII, altro quartiere chiave, danno ottime chance di vittoria alla favorita attuale, vicesindaco dell’uscente Bertrand Delanoe. Il motivo? A Parigi, come a Marsiglia e Lione, infatti, non è decisivo raccogliere il maggior numero di voti popolari, ma vincere nei quartieri più popolosi, quelli che esprimono un numero più altro di consiglieri-grandi elettori al comune di Parigi, coloro che effettivamente scelgono il sindaco (lo stesso Delanoe il 18 marzo del 2011 ottenne circa 4mila voti in meno del rivale, ma venne premiato dai “grandi elettori”). Ma è il risultato di Marine Le Pen e l’ondata dell’estrema destra a rimbalzare sui quotidiani di tutta Europa, anche in vista del voto del 25 maggio. Sulla Stampa è stato il direttore di Mediapart, Edwy Plenel a spiegare il risultato: se per l’ex direttore de Le Monde l’astensionismo ha pesato soprattutto per la gauche, i voti conquistati dal Fn arrivano soprattutto da destra: «Qui c’è una grande responsabilità di Nicolas Sarkozy e dei suoi successori. Sono loro ad aver fatto crollare la diga che rendeva impossibile votare Fn per ogni repubblicano», ha spiegato, intervistato dal quotidiano piemontese. Si legge:
«La vecchia politica, di destra e di sinistra, le ha aperto varchi enormi. In Francia siamo nella situazione descritta da Antonio Gramsci nei “Quaderni dal carcere”: il vecchio mondo muore e il nuovo non può nascere. E in mezzo prosperano questo fenomeni di estrema destra, xenofobi e autoritari, come il Front national».
Repubblica invece motiva l’avanzata di Le Pen, analizzando il «contesto sociale, la crisi e l’aumento della disoccupazione». Con il Fn che da tempo cavalca i soliti temi propagandistici: dalla lotta contro l’immigrazione, alla battaglia contro le élite, passando per il protezionismo economico, l’uscita dall’euro e i sentimenti anti-atlantici. Così la sua vittoria è un segnale rischioso per l’Europa, in vista delle elezioni europee, che potrebbe scatenare un effetto domino anche negli altri paesi dell’Unione, dove i partiti antieuro e nazionalisti crescono nei numeri e nei consensi, sfruttando la disaffezione generata dalle politiche di austerity. Anche in Italia è stata la Lega Nord a commentare con entusiasmo il risultato del Fn di Le Pen: «Soltanto l’assaggio di quello che sarà lo tsunami delle europee. La Lega Nord, che sarà alleata della Le Pen nel nuovo Parlamento Europeo, sarà coprotagonista della grande novità rappresentata dall’irrompere in massa nel nuovo Parlamento Europeo di almeno 80/100 eurodeputati pronti ad opporsi e a bloccare su immigrazione, euro, identità e diritti dei popoli la deriva antidemocratica del super Stato dei burocrati di Bruxelles», ha annunciato Mario Borghezio, eurodeputato del Carroccio. Per Repubblica, infine, l’avanzata di Le Pen si spiega anche con «un cambio di strategia rispetto a quella di papà Jean-Marie che concentrava tutte le energie sulle sfide nazionali. Marine Le Pen, che ha raccolto l’eredità del partito nel 2011, ha deciso di radicarsi sul territorio per costruire la sua scalata politica». Non senza dimenticare l’obiettivo delle elezioni europee e quello più a lungo raggio del 2017, lo stesso Eliseo.