Perché “quella canzone” ci rimane in testa?

Gli scienziati hanno studiato quattro ragioni per le quali siamo vittime degli “earworms”


Avete presente quando sentite un motivetto, il ritornello di una canzone, e poi non riuscite più a toglierveli dalla testa? Finite col canticchiarli per ore e sembra che vi punzecchino il cervello fino a farvi impazzire. Ebbene, le ragioni di questo fenomeno sono quattro, almeno secondo alcuni scienziati.

I VERMI DELLE ORECCHIE – Non preoccupatevi, non si parla di parassiti. Con “earworms” si intendono proprio quei pezzettini di canzoni che ci girano in testa per ore, per giorni, come un disco rotto, non importa che queste canzoni vi piacciano o che le odiate con tutta la vostra forza. Gli earworms costituiscono un’esperienza molto comune: gli studi dimostrano che il 90% delle persone verifica il fenomeno almeno una volta a settimana. Negli ultimi dieci anni, diversi ricercatori si sono dedicati al fenomeno raccogliendo dati su chi colpisca, quanto spesso, per quanto tempo e con quali canzoni in particolare. Un nuovo studio inglese pubblicato sul giornale Psychology of Music ha cercato di comprendere l’origine degli earworms, che gli psicologi chiamano “immaginario musicale involontario”.

LA RICERCA – I ricercatori hanno raccolto i dati forniti da 604 persone che hanno compilato un questionario online. Dopo aver analizzato le risposte, hanno identificato quattro cause del fenomeno. La prima e la più comune è l’esposizione alla musica, che sia l’ascolto recente di una canzone o l’ascolto ripetuto. La seconda ragione è da attribuire al funzionamento della memoria: vedere una particolare persona o pensare ad una parola, sentire un ritmo specifico o trovarsi in una certa situazione possono portarci alla memoria una canzone. La terza ragione legata all’esistenza degli earworms è da legare alla struttura emozionale della mente, ovvero agli “stati affettivi”. Sentirsi stressati, sorpresi o felici quando si ascolta della musica può portare ad averla impressa in mente per ore o per giorni. Una quarta ragione è stata identificata “nei bassi livelli di attenzione”. Una mente distratta, che sia occupata a fantasticare o a sognare durante la notte, può scatenare l’immaginario musicale involontario.

CIRCOSTANZE UNICHE – Victoria Williamson, una psicologa della musica alla Goldsmiths, University of London e responsabile dello studio, ha spiegato: “Ero inizialmente sorpresa dal gran numero di idiosincrasie scoperte durante le indagini: il numero di melodie differenti che le persone sentono e il numero di circostanze uniche in cui gli earworms hanno fatto la loro comparsa. Tutto ciò ha un senso, dal momento che queste melodie mentali spontanee sembrano essere una conseguenza tipica del quotidiano legata al modo in cui il nostro cervello processa la musica”. Il prossimo passo sarà quello di scoprire come le persone gestiscono e processano gli earworms.

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