L’Italia rimane ferma. La stima definitiva dell’Istat sul Pil del secondo trimestre conferma la crescita zero rilevata nella valutazione preliminare di agosto. L’aumento nel settore dei servizi, e nell’agricoltura, non ha spinto verso l’alto la nostra economia a causa della forte frenata nell’industria. Male banche e assicurazioni, come testimoniato dalle difficoltà in Borsa della maggior parte dei titoli del settore del credito. L’Istat ha rivisto in leggero aumento la stima del Pil su base annua, portato a +0,8 rispetto al precedente +0,7%.
Nel secondo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre del 2015. In questo modo Istat conferma la rilevazione del Pil di aprile, maggio e giugno 2016, diffusa a metà agosto. La variazione zero del Pil sul trimestre precedente aveva evidenziato un rallentamento della già debole congiuntura economica.
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I consumi interni rimangono stazionari, rimarca Istat, che rileva una variazione negativa dello 0,1% della domanda nazionale, al netto delle scorte. Una flessione compensata dall’apporto della domanda estera netta. A livello di settori economici si nota un leggero aumento dei servizi su base trimestrale, +0,2%, un più marcato incremento nell’agricoltura, e una flessione piuttosto pronunciata nell’industria, meno 0,6%. All’interno dei servizi si rilevano settori in flessione e settori in espansione: incrementi significativi riguardano le attività professionali e di supporto (0,5%) e quelle del comparto del commercio, trasporto e alloggio (0,4%); all’opposto, il calo più marcato riguarda le attività finanziarie e assicurative (-0,6%).