Gianni Infantino dice che lascerà strada a Michel Platini, se sarà candidabile alla presidenza della FIFA, ma che in caso contrario correrà per vincere.
Dopo che le inchiesta hanno investito l’altrimenti inamovibile Sepp Blatter, si è aperta la gara per la successione alla presidenza della FIFA. Sette sono i candidati che hanno soddisfatto le condizioni richieste e presentato la firma di sostegno di almeno 5 dei paesi associati nella federazione mondiale del calcio. Sono il principe Ali bin al-Hussein, Musa Bility, Jerome Champagne, Gianni Infantino, Michel Platini, lo sceicco Salman bin Ebrahim al-Khalifa e Tokyo Sexwale.
Il principale e più quotato candidato alla successione è Michel Platini, già ai vertici della UEFA, che però è finito anche lui imbrigliato nell’inchiesta e poi inibito dalla FIFA per 90 giorni, che scadranno prima del voto per la presidenza. Se non usciranno novità Platini sarà quindi candidabile e candidato, ma qualora non accadesse c’è l’italiano Gianni Infantino pronto a rappresentare una candidatura «europea» ai vertici della federazione mondiale. Lo ha chiarito oggi lo stesso Infantino, fugando i dubbi su un possibile scontro tutto europeo: «La mia candidatura non è in opposizione a Michel. Se potrà correre mi ritirerò. È un semplice principio di lealtà. Per ora sono candidato al 100% e sto andando avanti, non solo per l’Europa, ma per il calcio mondiale».
45 anni, segretario generale della UEFA dal 2009, Infantino ha presentato la sua candidatura poche ore prima della scadenza del termine del 26 ottobre con il supporto del comitato esecutivo dell’organizzazione e di diverse federazioni europee. Una mossa chiaramente intesa a preservare una candidatura europea, nel caso che quella di Platini finisca irrimediabilmente minata dalle inchieste, ma Infantino non è privo d’idee e d’iniziativa, sua è infatti la proposta d’allargare la fase finale dei mondiali da 32 a 40 squadre.