Davide Parenti, autore del programma televisivo su Italia Uno, spiega le sue ragioni all’Adn Kronos
ABBIAMO RACCONTATO UNA STORIA – “Abbiamo raccontato una storia e non abbiamo sbattuto nessun mostro in prima pagina – ha spiegato Parenti – dato che il prete nel nostro filamto non era riconoscibile perche’ il viso era coperto, la voce modifcata e anche l’ambiete era irriconoscibile. Il filmato e’ andato quindi in onda senza alcun riferimento che riconduceva a sacerdote”. Nel filmato andato in onda il 7 aprile scorso le Iene scoprono, grazie a una telecamera nascosta e l’invio di un loro attore, il comportamento del prete in seguito a una segnalazione a opera di un giovane sedicenne che si era rivolto al sacerdote in cerca di aiuto ed era stato molestato. “Il sacerdote aveva piu’ di 50 anni e certamente non credo fosse la prima volta che molestava qualcuno – ha continuato Parenti – noi abbiamo raccontato il peccato senza mostrare il peccatore: abbiamo agito come era logico e lecito fare. Abbiamo fatto il nostro dovere, il nostro mestiere: documentato con grande precisione il fatto che un prete non faceva il prete e cosi’ lo abbiamo affrontato. E’ probabile che poi qualcuno lo abbia riconosciuto – ha concluso Parenti – ma solo dalla storia, non dalle immagini”.