Tutti si riempono la bocca di anoressia ma chi veramente ci capisce qualcosa? Il nostro inviato dal fronte ggiovane dopo aver detto la sua su qualsiasi cosa prova a mettere un po’ d’ordine anche nei disordini alimentari. Per scoprire che non solo di pane vive il ggiovane ma anche di cipolla.
Facciamo una pausa dal corso di seduzione e torniamo a parlare di minchiate. Come prima cosa stamane mi sono collegato a splinder, per una storiaccia che non vi sto a raccontare. E l’ho fatto all’improbabile orario delle 8:45, dopo essermi svegliato per il più stronzo dei motivi. Una puttana zanzara che non aveva di meglio da fare mi ha pungicato sulla pianta del piede, che dovrebbe essere vietato dalla convenzione di Ginevra, se solo quelle puttane si degnassero di leggerla.
COLPA DELLA PIATTAFORMA – E splinder da par suo mi ha rimandato l’immaginetta di tale sukaminkia, anzi no, bimbamekkanica, ma comunque ci stavano delle k in mezzo. Incuriosito dalla fotina e dagli interessi (alcool,
ABSOLUTE – Uno dei problemi logici che affligge le anoressiche, o le aspiranti tali, è la tendenza all’assolutizzazione. Ve lo spiego con un esempio. Dopo aver bevuto un cocktail sto generalmente meglio rispetto a prima. Sono meno nervoso, meno ansioso, meno depresso. Dopo averne bevuti due sto ancora meglio di prima. Sono ilare, estroverso, eroticamente scaltro. Il problema sorge dal terzo cocktail in poi. Il bilancio piacere-dolore inizia a farmi notare come i postumi della sbornia siano una voce da prendere in considerazione. Dal quarto in poi sono irrimediabilmente fottuto per le trentasei ore a venire. Che cosa c’entra questo con l’anoressia? Bella domanda, me lo stavo chiedendo anch’io. Che il mio problema cognitivo è esattamente lo stesso. Penso che se x (il cocktail) è bene allora 4x deve essere 4 volte bene. Non mi entra in testa che da 3x in poi la curva del rendimento edonico inizia a calare. Ragiono in termini di equazioni lineari, anche se dovrei prendere in considerazione funzioni più complesse. Per questo motivo sabato sera mi sono scolato quattro gin lemon e dal momento che non avevo sufficiente danaro pur di farmi anche il quinto ho tirato fuori la carta di credito (quando si dice lo shopping compulsivo).
EQUAZIONI – Cosa c’entra questo con l’anoressia? Questo in effetti non c’entra niente, ma mi andava di raccontarlo. Le anoressiche non capiscono quindi che se è vero che essere magre è meglio che essere grasse essere molto magre non è necessariamente meglio che essere magre. Se è vero che pesare 55 kg è meglio che pesarne 80, pesarne 50 non è meglio che pesarne 55, e soprattutto pesarne 45 non è meglio che pesarne 50. In pratica il loro cervello non arriva a padroneggiare una semplice equazione a due variabili: “troppo grasso è male” e “troppo magro è male”. Il loro cervello implementa soltanto il comando “più dimagrisci meglio è”. Il che è assurdo, perché pesare 0 kg, non è certamente meglio che pesarne 5. Ma torniamo a sukaminkia: “chissà xke quelle grasse. anke se magari sn le persone + gentili del mondo, sn sempre sole”. Mi fa sorridere anche questo passaggio. Bimbamekkanica pensa che tutte le donne grasse siano sole e forse anche che tutte le donne grasse siano gentili. Non c’è differenza logica tra il pensare questo e il pensare “tutti i senegalesi hanno il senso del ritmo” o “tutti gli arabi hanno un negozio di kebab”.
SOCIETA’ E BILANCIA – La verità è che Bimbamekkanica non ha avuto il tempo materiale per controllare che effettivamente tutte le donne grasse
SOLI – Sarà che quando avevo vent’anni, complici certe letture, certi ascolti, certe visioni, pensavo che fosse fico fare il contrario di ciò che l’idra a tre teste chiamata società mi “diceva” di fare. Per me l’anticonformismo era un valore e mi rendo conto che è una posizione ingenua e adolescenziale ma per lo meno mi ha reso grasso e felice. Quello che mi colpisce dell’analità di queste ragazzine non è quindi l’esigenza di controllo sul proprio corpo – e tutte quelle belle cose che il vecchio Sigmund ci ha insegnato ad associare al piacere sfinterico della ritenzione in luogo dell’evacuazione – ma bensì l’acritica e passiva accettazione dei valori che la società impone (?) loro. Per parafrasare ciò che dicevano i nostri genitori nei tempi andati: se la società ti dice di buttarti dalla finestra tu ti butti dalla finestra? Evidentemente sì. E allora cara Bimbamekkanika che non vuoi diventare grassa per non rimanere da sola sappi che finché ci terrai così tanto a far parte del branko sarai sempre una pecora, pecora nera, ma pur sempre ovina. Perché i miei vent’anni li ho passati da solo in casa a studiare da mane a sera, che è un valore del cazzo se vuoi, ma per lo meno l’avevo scelto io e non Maria De Filippi. Ecco, se posso dire la mia a proposito di questo grande dramma che ci affligge, il dramma dell’anoressia, dico banalmente meno Maria De Filippi e più buone letture. E per leggere, cara Bimbamekkanika, bisogna stare da soli. Che non è una parolaccia, ma una liberazione.