Cappato a processo per istigazione al suicidio di dj Fabo: «Sono determinato» | VIDEO
08/11/2017 di Alice Bellincioni
Mentre in Parlamento è ancora ferma la legge sul biotestamento, alla Corte d’Assise di Milano è cominciato il processo a Marco Cappato, per aver aiutato dj Fabo a ottenere il suicidio assistito in Svizzera. Il reato contestato al tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni è quello di aiuto o istigazione al suicidio. La pena va dai 5 ai 12 anni di carcere.
Questa mattina c’è stata la prima udienza, in cui è stato calendarizzato il procedimento: il prossimo appuntamento in aula sarà il 4 dicembre. In quella data sarà trasmessa pubblicamente l’intervista integrale a Fabiano Antoniani dalle Iene, per far comprendere alla giura – composta da due giudici togati e sei popolari – in quali condizioni versasse il dj al momento in cui ha chiesto di essere accompagnato in Svizzera a morire. Una richiesta che è venuta dalla pm ed è stata fatta propria dalla difesa di Marco Cappato.
È stato lo stesso Marco Cappato ad autodenunciarsi alla Procura di Milano il febbraio scorso, dopo aver annunciato la morte di Fabiano Antoniani. Cieco e tetraplegico dal 2014, il dj 39enne aveva fatto appello a chiunque affinchè l’Italia si dotasse di una normativa adeguata sul fine vita. L’ultimo, commuovente messaggio era rivolto al presidente della Repubblica Mattarella. Per parlargli, dj Fabo aveva chiesto in prestito la voce della sua compagna, essendo lui attaccato al respiratore.
CAPPATO FUORI DALLA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO DI DJ FABO: «SONO DETERMINATO»
«Spero che questo processo, anche grazie alla scelta di Fabiano, possa servire in generale a portare attenzione alla condizione, dei malati terminali, per la quale finora non c’è stata una vera attenzione da parte delle istituzioni. Questo, al di là dell’esito di questo processo, sarebbe comunque un risultato positivo», ha detto Marco Cappato appena lasciata l’aula. «Io mi sono autodenunciato – ha aggiunto il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – perché ritengo che ci sia bisogno di un’assunzione di responsabilità da prendere proprio nei confronti delle persone malate e delle persone che soffrono».
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Purtroppo gli appelli di dj Fabo sono rimasti inascoltati: a oltre quattro anni dalla raccolta delle firme da parte dei Radicali Italiani, il Senato non ha ancora discusso la proposta di legge di iniziativa popolare EutanaSia Legale. E in mancanza di servizi, i malati italiani continuano a cercare aiuto all’estero. Lo ha fatto il mese scorso Loris Bertocco, facendosi seguire nel suo ultimo viaggio dalle telecamere di Piazzapulita. E lo ha fatto anche dj Fabo, grazie all’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni, e in particolare del suo tesoriere. «Voglio ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore: questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte», aveva detto il 39enne prima di morire.
A MILANO INIZIATO IL PROCESSO A MARCO CAPPATO PER LA MORTE DI DJ FABO
«Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo», aveva detto il leader radicale annunciando su Twitter la morte di dj Fabo, avvenuta il 27 febbraio scorso in una clinica svizzera. Ora il processo per aiuto o istigazione al suicidio in cui Marco Cappato è imputato può essere l’occasione per cambiare quelle regole. Lo avrebbe dovuto fare il Parlamento, ma potrebbe precederlo il Tribunale.
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Dopo l’autodenuncia, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il leader radicale. Il gip Luigi Gargiulo, tuttavia, a luglio ha disposto l’imputazione coatta di Cappato, che ha deciso di rinunciare all’udienza preliminare, chiedendo il rito immediato. «Sarà un processo pubblico con la giuria popolare, come avevo chiesto. Perché a questo punto è bene che in pubblico ci si confronti su quella che è la situazione oggi in Italia, su quello che si può fare, che ci sia un chiarimento a beneficio di tutti i malati e di tutte le persone», aveva spiegato in un’intervista video a Giornalettismo il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
Foto copertina: ANSA / MATTEO BAZZI