La promessa del governo che ha fermato la protesta dei taxi a Roma
22/02/2017 di Redazione
La protesta dei taxi a Roma si è attenuata grazie ad un’intesa di massima tra governo e sigle di categoria. Per ora la norma finita nel mirino dei tassisti (che consente alle black car, le auto del noleggio con conducente di raccogliere passeggeri per strada senza dover necessariamente tornare in garage) resterà in vigore. L’emendamento Lanzillotta, per ora, non verrà toccato. Ma l’esecutivo e i rappresentanti delle auto bianche resteranno a stare insieme al tavolo per trovare entro un mese una soluzione condivisa. Spiega Andrea Bassi sul Mattino di Napoli:
Una soluzione che passerà per l’emanazione del decreto ministeriale previsto dalla legge 40 del 2010, al quale erano state rinviate le norme attuative sugli Ncc, il noleggio con conducente, previste da un’altra legge, la 21 del 1992, che era stata modificata nel 2008 dal governo Berlusconi introducendo regole molto stringenti per le black car, come l’obbligo di rientrare in rimessa tra una corsa e l’altra, con i garage che obbligatoriamente dovevano essere situati nel Comune che aveva rilasciato la licenza. Una sorta di muraglia cinese tra il servizio taxi e gli Ncc. Una catena divenuta ancora più stringente per le black car quando anche in Italia è sbarcata la piattaforma Uber. Se un’auto a noleggio non può prelevare i clienti per strada, il servizio promosso dalla piattaforma è praticamente irrealizzabile. Proprio quegli obblighi erano stati «congelati» dall’emendamento Lanzillotta.
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Fermata la protesta di questi giorni, dunque, si apre ora una nuova partita tra governo e sigle dei tassisti sui come riempire di contenuti l’emendamento Lanzillotta (inserito al Senato nel decreto Milleproroghe). Le auto bianche su questo non sono disposte ad arretrare. Il servizio pubblico non si tocca, ripetono. La battaglia è anche politica. Il Movimento 5 Stelle si è detto perfino disponibile a votare il Milleproroghe se depurato della norma sui taxi.
(Foto: ANSA / Massimo Percossi)