Colpa medica, il punto sulla Legge Gelli-Bianco a sei mesi dall’approvazione

Categorie: Salute

I direttori generali delle aziende sanitarie e degli Istituti privati romani si sono confrontati sulla riforma

«Una legge che segna un passaggio di civiltà, che cerca di abbattere il fenomeno della medicina difensiva dando maggiori coperture assicurative ai cittadini, alle strutture e ai medici, e che permetterà a tutti i pazienti di avere risarcimenti più celeri e alle Aziende di sviluppare sistemi di gestione del rischio per garantire la sicurezza delle cure». Così il commissario straordinario del Policlinico Umberto I di Roma, Joseph Polimeni, ha commenta all’AdnKronos Salute la Legge Gelli-Bianco, a sei mesi dalla sua approvazione, in occasione del convegno ‘Nuova responsabilità sanitaria’ organizzato oggi a Roma da Assiteca: un confronto tra legislatore, Istituzioni e operatori per fare il punto sullo stato dell’arte dell’iter di approvazione degli 8 decreti previsti, sulle prime esperienze e le criticità riscontrate dalle aziende sanitarie pubbliche e private.



LEGGE GELLI-BIANCO: IL PUNTO A SEI MESI DALL’APPROVAZIONE

Polimeni ha partecipato a una tavola rotonda con direttori generali di altre aziende sanitarie romane e Istituti privati, proprio per fare il punto sulla Legge Gelli-Bianco. Il titolo era infatti  ‘Valutazioni sulle prime esperienze a sei mesi dall’approvazione della Legge’. Il commissario straordinario del Policlinico Umberto I di Roma ha osservato come la riforma sulla colpa medica sia «una legge che ha bisogno di un forte comitato di valutazione dei sinistri, di una forte avvocatura aziendale e di una forte cultura di risk-management».

IL COMMENTO DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO DELL’UMBERTO I SULLA LEGGE GELLI-BIANCO

«È una legge che cerca di inquadrare la responsabilità civile dei medici sul cosidetto percorso del ‘doppio binario’ – ha aggiunto Polimeni – con una maggiore e sempre più forte responsabilità delle strutture sanitarie rispetto a quelle del singolo medico; c’è una grande riforma anche per quanto riguarda l’ambito penale, perché gli esercenti della professione sanitaria possono essere esenti da responsabilità penale qualora seguano le buone pratiche e le linee guida; e poi afferma in modo inequivocabile l’importanza della sicurezza delle cure all’interno di un diritto alla salute che viene costituzionalmente garantito», conclude il commissario straordinario del Policlinico Umberto I.



Foto copertina: ANSA/ ANGELO CARCONI