Quanto costa andare un giorno al mare

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I concessionari delle aree demaniali marittime pagano allo stato cifre irrisorie. Ma nonostante questo le tariffe stagionali sono drammaticamente alte. Non è necessario essere degli esperti in economia per capire che le spiagge fruttano ai proprietari molto di più di quanto non diano al vero proprietario, lo Stato

Mare. Con l’arrivo della bella stagione inizia a far capolino la voglia di poter passare qualche giorno in spiaggia a godere del sole, del vento, dell’acqua, della risacca, così da rilassarsi e passare qualche ora in totale serenità.



IL MISTERO DEI BAGNI – Ma dove? Le scelte sono due: o si punta sulla spiaggia libera o sulle spiaggie libere attrezzate, ovvero quelle strutture date in concessione a un ente pubblico o a un soggetto privato che eroga servizi legati alla balneazione. Come funziona quest’ultimo passo? Chi è il soggetto che prende in gestione un’area demaniale dello Stato? Per quanto tempo? Quanto costa? Sono domande che si pone ogni cliente potenziale di queste strutture il quale si trova spesso a pagare una cifra più che discreta per poter godere del riposo garantito dal mare.



LE MODALITA’ – Prima di proseguire cerchiamo di rendere chiare alcune linee guida con l’aiuto di telefono blu: le spiagge sono demaniali, quindi di proprietà dello Stato. Queste vengono date in concessione ai gestori, che possono chiedere un biglietto di ingresso se autorizzati dai comuni e cartello ben visibile. E’ possibile affittare sdraio, imbrelloni e cabine. Questi servizi di norma sono aggiunti al biglietto d’ingresso, ma non è obbligatorio affittarle. Dopo essere entrati si può stare sul proprio asciugamano. Infine si può accedere alla spiaggia di uno stabilimento balneare, per raggiungere il mare senza pagare il biglietto d’ingresso. Non si può però sostare né sulla spiaggia né sulla battigia, area che dev’essere costantemente libera da persone o cose.



COME SI FA? – Come si ottiene il rilascio di una concessione demaniale marittima? Demanio Marittimo ci spiega che ai sensi del d.P.R. 509/1997 “chi intende occupare zone del demanio marittimo o del mare territoriale o pertinenze demaniali marittime, apportarvi innovazioni o recare limitazioni degli usi cui esse sono destinate, deve formulare nel caso di utilizzo di carattere turistico-ricreativo alla regione territorialmente competente e, in subdelega, ai comuni costieri”.

GARA A INVITI – Nella domanda dev’essere specificato l’uso che il richiedente intende fare del bene e la motivazione di un’eventuale durata diversa di sei anni del titolo concessorio. La scelta ricadrà sui soggetti che riusciranno a garantire un proficuo interesse pubblico, come previsto dagli articoli 36 e 37 del Codice della Navigazione. Nella pratica ci viene in aiuto il comune di Bordighera il quale, ipotizzando future concessioni di spazi demaniali a nuovi soggetti interessati all’apertura di spiaggie attrezzate, la scelta verrà fatta secondo una licitazione privata, ovvero una “gara a inviti” i cui protagonisti sono soggetti scelti dall’amministrazione in questione in via preliminare.

IL BANDO – Il canone, fissato dalla legge, potrà variare in relazione alle tipologie di opere proposte. Risulteranno poi determinanti la qualità del progetto, la qualità della proposta gestionale, l’investimento proposto. Un altro caso è quello del comune di Alba Adriatica, il quale aveva diffuso un bando, nell’aprile 2010, per l’assegnazione di una nuova concessione demaniale marittima per finalità turistico-ricreative.

L’INFRAZIONE – L’area in questione, finalizzata all’insediamento di attrezzature per il gioco e per il tempo libero ha un fronte mare di 22,5 metri, una profondità di 15 metri e una superficie di circa 338 metri quadri.  La durata della concessione è prevista dalla legge, quindi fino al 31 dicembre 2015, in quanto dal primo gennaio 2016 entrerà in vigore la direttiva Bolkenstein. Come ricordato dal Fatto Quotidiano, l’Italia ha subìto una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea per aver rinnovato automaticamente le concessioni demaniali di tutti i soggetti titolari di “spazi”. L’infrazione venne ritirata a fine 2010 quando il nostro Paese s’impegnò a risolvere la questione spiagge puntando ad aste che rilasciassero nuove concessioni della durata compresa tra quattro e vent’anni.

SOLDI PERSI – Il ministro del turismo Vito Gnudi ha ricordato che lo Stato chiede un compenso ridicolo per tutti i titolari di queste aree, i quali dovrebbero però pagare di più. Secondo calcoli del Fatto Quotidiano, poi noi faremo i nostri, nel 2009 lo Stato ha portato a casa dalle spiagge in concessione demaniale 97 milioni di euro nonostante il volume d’affari del settore pari a due miliardi di euro di fatturato più un altro miliardino in nero. Considerando inoltre che le concessioni fino ad ora vengono rinnovate ogni sei anni e vengono sottratte solo in caso di morosità, si capisce perché nessuno voglia rinunciare alla propria oasi di felicità.

 

LE CIFRE – Parliamo ora di cifre, aiutandoci con la legge Finanziaria 296/2006 che stabilsce, all’articolo 251, quanto va pagato allo Stato per la gestione dell’area demaniale:

1.1) area scoperta: euro 1,86 al metro quadrato per la categoria A; euro 0,93 al metro quadrato per la categoria B;

1.2) area occupata con impianti di facile rimozione: euro 3,10 al metro quadrato per la categoria A; euro 1,55 al metro quadrato per la categoria B;

1.3) area occupata con impianti di difficile rimozione: euro 4,13 al metro quadrato per la categoria A; euro 2,65 al metro quadrato per la categoria B;

1.4) euro 0,72 per ogni metro quadrato di mare territoriale per specchi acquei o delimitati da opere che riguardano i porti cosi’ come definite dall’articolo 5 del testo unico di cui al regio decreto 2 aprile 1885, n. 3095, e comunque entro 100 metri dalla costa;

1.5) euro 0,52 per gli specchi acquei compresi tra 100 e 300 metri dalla costa;

1.6) euro 0,41 per gli specchi acquei oltre 300 metri dalla costa;

1.7) euro 0,21 per gli specchi acquei utilizzati per il posizionamento di campi boa per l’ancoraggio delle navi al di fuori degli specchi acquei di cui al numero 1.3);

TRA CLASSE A E CLASSE B – La Classe A è quella in cui vengono inclusi gli arenili pregiati, il cui canone è raddoppiato rispetto al valore della Classe B, nella quale viene inclusa la maggioranza degli arenili, differenza nata proprio in questa Finanziaria. Un leggero escamotage per spingere i titolari delle aree demaniali a pagare di più. Con queste cifre proviamo un attimo a immaginare quanto verrebbe a costare l’affitto annuale dell’area demaniale offerta dal comune di Alba Adriatica. Ripetiamo: fronte mare di 22,5 metri, profondità di 15 metri e superficie di 338 metri quadri. Di superficie si verrebbe a pagare qualcosa come 243 euro. Se invece fossero presenti altre pertinenze come docce, bungalow, piscine, bar, chioschi, attrezzature, il valore salirebbe ma arriveremmo a un massimo, come testimoniato dal Fatto Quotidiano, di 8000 euro all’anno spesi nel riminese. Fatta questa piccola panoramica nelle cifre allora come mai il prezzo per l’uso di queste strutture è così elevato?

VIAGGIO IN ITALIA – Abbiamo fatto un giro per l’Italia cercando le tariffe di lidi in città come Riccione, Senigallia, Porto Cesareo, Castiglione della Pescaia, Camaiore, Savona, Catania e Cagliari. Come vedrete dagli specchietti sottostanti parliamo di cifre ben diverse rispetto a quelle illustrate sopra.

Bagni Oreste, Riccione (Rimini) Riviera romagnola, dove tutto ha un prezzo. Elevato.

Bagni Mara, Senigallia (Ancona), neanche la tabella delle valutazioni dell’usato di Quattroruote riesce a essere così complicata.

Lido Samanà, Porto Cesareo (Lecce) Se confrontato con altri prezzi in giro per l’italia sembra quasi regalato.

Bagni Il Faro, Castiglione della Pescaia (Grosseto), dove ti fanno pagare anche la sedia in più.

Bagni Eugenia, lido di Camaiore (Lucca) dove il secondo lettino è omaggio, ma solo in bassa stagione. E se arrivate dopo le 13.30, pagate solo 18 euro.

Bagni Sant’Antonio, Savona Se 286 euro al mese per una coppia non vi bastano…

Lido Verde, Catania, dove una cabina per il bimestre luglio – agosto costa 1500 euro. Se invece andate al mare un solo giorno e siete con il vostro compagno o la vostra compagna, spendereste 25 euro per due lettini, un ombrellone e il parcheggio dell’auto.

Lido Ottagono, Cagliari, dove per una coppia un ombrellone, e due sdraio costano per il bimestre luglio-agosto in “fila mare” 1.330 euro.

UNA LEZIONE DI ECONOMIA – Le cifre parlano da sole. Non è necessario essere degli esperti in economia per capire che le spiagge fruttano ai proprietari molto di più di quanto non diano al vero proprietario, lo Stato, e quindi tutti noi. Ma anziché lasciarsi andare a considerazioni finali, è opportuno lasciare la parola al titolare dei Bagni Sant’Antonio di Savona, il quale nella pagina dei prezzi ha aggiunto anche due righe per spiegare cosa si nasconde dietro la tariffazione da parte della sua struttura.

Il prezzo è il termine di paragone più usato, per giudicare se un prodotto è più o meno valido, più o meno conveniente, è quello che ci permette di capire se un prodotto che ci interessea rientra nelle nostre possibilità economiche. La determinazione di un prezzo può avvenire attraverso diverse modalità e tenendo conto di più variabili. In una situazione di economia reale, sana un prezzo deve venir determinato dal costo della materia prima, dal costo dell’ energia,dal costo degli impianti, dal costo del denaro per l’ investimento iniziale, dal margine per l’ investitore e sopratutto dal “costo” della manodopera. in un economia di mercato, distorta come la nostra,il prezzo viene determinato dal mercato, non si tiene conto del costo di produzione per fissare un prezzo, si arriva a pagare molto per prodotti con costi di produzione bassa (prodotti di marchio, firme della moda….) mentre arriviamo a pagare sottocosto prodotti importanti (es prodotti agricoli all’ origine) solo per la loro ampia disponibiltà sul mercato. Sicuramente gli esperti di economia avranno molto da ridire su queste mie frettolose analisi economiche, ma, approfitto di questo “mio” spazio per dire quello che penso, accettando comunque critiche e consigli I nostri prezzi, per quanto possibile li determiniamo prendendo in considerazione il primo metodo.

PERCHE’ ALLORA FAR PAGARE L’INGRESSO? – Quindi il prezzo è determinato dal costo della materia prima, ovvero dalla concessione demaniale, dalla corrente, dall’investimento iniziale, dal margine di guadagno e dal costo del bagnino e delle maestranze. Ma il discorso vale, nel caso specifico di questo lido, anche per l’ingresso di cinque euro quando come detto precedentemente questo non dà diritto ad alcun servizio offerto dalla struttura? Forse in questo caso vale più il mercato. Se non vuoi calca entri e mi paghi, sennò te ne vai in spiaggia libera. Forse è più corretto dire così, e porta via anche meno fatica sia nel scriverlo sia nel leggerlo.