Quanto vale San Valentino

Categorie: Economia

Secondo Federconsumatori solamente il 19 per cento degli italiani festeggerà la ricorrenza spendendo una media di 28 euro a persona con i floricoltori che sperano d'invertire la tendenza dopo un 2013 disastroso, un dato ben lontano dal 2008 quando il 14 febbraio muoveva oltre un miliardo di euro tra regali e cene al ristorante

Vi siete chiesti quanto vale realmente San Valentino? Non solo dal punto di vista affettivo. Parliamo dell’indotto economico che si nasconde dietro la festa degli innamorati, giorno in cui gli amanti di tutto il mondo celebrano la propria unione con fiori, gioielli, pensieri, pasti al ristorante.



OTTO MILIONI IN GIOIELLI – E si scopre che il quattordici febbraio non è fondamentale solo per le coppie che celebrano in quell’occasione il proprio amore ma serve anche all’indotto che, saldi a parte, trova in questa festività la prima vera occasione di business dell’anno. La Camera di Commercio di Milano nel 2013 aveva quantificato in otto milioni la spesa degli italiani per l’acquisto di ciondoli e gioielli. Nello specifico, quella cifra indica l’incremento del volume d’affari delle 25.815 imprese di oreficeria e gioielleria esistenti nel Paese, con una crescita del fatturato nella sola settimana di San Valentino del 7,5 per cento. Analizzando le vendite condotte nelle prime tre città d’Italia, ovvero Roma, Milano e Napoli, emerge che nella Capitale la crescita media del fatturato sotto San Valentino è dell’11,5 per cento, per un totale di 347 mila euro.



10 MILIONI SPESI A MILANO – A Milano la crescita si attesta ad una media dell’8,5 per cento, pari a 700 mila euro, mentre a Napoli il fatturato cresce del 3,5 per cento.  E rimanendo a Milano, la Camera di Commercio riferisce che in città i milanesi spenderanno in totale 10 milioni di euro per la festa. Una cifra importante che va inserita in un tessuto di 19 mila imprese interessate, pari al 13 per cento del totale, quindi circa una su otto. Numeri che appaiono in linea con quello che è stato il mercato del settore nel 2013. L’Ansa riporta le valutazioni della Confederazione Italiana Agricoltori che ha stimato che lo scorso anno la spesa complessiva è stata di circa 700 milioni di euro a causa della scelta delle coppie di tagliare regali e ristoranti.



I DATI DEL 2013 – Nello specifico il 14 febbraio 2013 sono stati acquistati 13 milioni di fiori. L’80 per cento di questi, pari ad oltre 10 milioni, sono rose, mentre gli altri sono tulipani, orchidee e lilium. I clienti hanno privilegiato la fascia più economica, ovvero quella che va da cinque a dieci euro, per una spesa al consumo solo per i fiori di circa 70 milioni di euro. I fiori sono stati l’omaggio principale in quanto è stato scelto dal 32 per cento degli italiani. A seguire è toccato ai dolci (19 per cento) ai gioielli (6 per cento) ed ai capi d’abbigliamento (4 per cento).  A dimostrazione però di quanto certe valutazioni possano essere aleatorie, secondo Coldiretti le previsioni erano di 15 milioni di fiori per una spesa di 75 milioni di euro. Un valore comunque inferiore rispetto alla vendita di fiori nel periodo dei morti, con il business, come confermato da Lapresse, che in quei giorni ha raggiunto i 400 milioni di euro.

LE FOSCHE PREVISIONI DEL 2014 – Eppure sia per quanto riguarda la festa degli innamorati sia per la ricorrenza dei defunti, si tratta di dati in calo rispetto agli scorsi anni. Segno che la crisi morde e non lascia in pace nemmeno gli innamorati. A fotografare la situazione ci pensa Help Consumatori che propone un’analisi di quello che sarà il 14 febbraio. Quest’anno solo il 19 per cento delle coppie si cambierà un regalo con una tendenza da parte delle coppie di evitare i regali superflui come pelouches ed oggettistica di varia natura. Si sceglieranno quindi regali meno romantici ma più utili come articoli d’abbigliamento e prodotti per la cura della persona, per una spesa media a regalo di circa 26 euro. Solo una coppia su sei sceglierà di cenare fuori per festeggiare la ricorrenza mentre solo il 10 per cento degli italiani ne approfitterà per un weekend in una località europea.

I DATI A CONFRONTO – Un dato in sorprendente controtendenza rispetto a quanto affermato dal TgCom che sostiene come in quest’anno si spenderanno a San Valentino 900 milioni di euro, di cui 200 milioni solo in fiori. Una stima decisamente ottimistica, se consideriamo che a Milano si spenderanno 10 milioni in totale, compresi fiori, cioccolatini e gioielli. Anzi, secondo il TgCom gli italiani spenderanno 160 milioni in dolci e 320 milioni in viaggi. Secondo Federconsumatori molti sceglieranno regali creativi, personalizzati ed a costo zero, seguendo quelle che sono le indicazioni che arrivano dalla Gazzetta di Sondrio dove nella località s’ipotizza una spesa per San Valentino di 164.473 mila euro, pari a 7,60 euro pro-capite, una cifra importante anche considerando che per una ricorrenza così basterebbero una carezza, un bigliettino ed un bacio.

LA SPERANZA DEI FLORICOLTORI – Certo, se da un lato questo invito può risultare condivisibile per qualcuno, dall’altro -e parliamo degli operatori del settore- un’ulteriore contrazione dei consumi può rappresentare una sciagura. E per questo si spera che qualcosa possa cambiare a breve termine. Con i piedi per terra ci propone le speranze dei florovivaisti rappresentati dalla As.Pro.Flor secondo cui anche quest’anno la crisi si farà sentire sulla scelta dei prodotti prediletti dai consumatori. I clienti però sceglieranno fiori di stagione anziché le classiche rose rosse. Non si riuscirà quindi a recuperare quello che è stato un 2013 disastroso, con una perdita del fatturato pari al 35 – 40 per cento e con molti prodotti classici come i gerani e le surfinie rimasti invenduti.

UN APPUNTAMENTO IMPORTANTE – Una parte di questi prodotti sono stati venduti sotto Ognissanti, con una crescita del 15 per cento rispetto al 2012 ma con le feste natalizie non si è riuscito a recuperare. Renzo Marconi, presidente dell’Associazione, confida in una ripresa del mercato anche perché «La festa di San Valentino rappresenta per le nostre aziende con vendita diretta un primo importante appuntamento per la ripresa dei consumi, in un periodo nel quale i costi di gestione delle serre sono enormi, a causa del caro gasolio. La nostra indagine, effettuata presso i garden e i punti vendita degli associati, prevede un calo di prenotazione delle rose rosse in favore di primule, bulbose azalee e orchidee». 

UN SETTORE DA SOSTENERE – Tutta colpa del viaggio. Le rose in questo periodo vengono dal Kenya e passano attraverso il mercato olandese. E la scelta di un fiore italiano, aggiungiamo noi, aumenta anche la tenuta del mercato nostrano, caratterizzato dalla presenza di circa 20.500 aziende florovivaistiche attive che, secondo una stima di Coldiretti, danno occupazione ad oltre 120 mila addetti, con una superficie coltivata di oltre 36 mila ettari e che generano un valore che supera i 3 miliardi di Euro. Ed i fiori sono per tutti, visto che la comunità Lgbt predilige, da sempre, garofani bianchi e calle. E per quanto riguarda l’acquisto di regali e pensieri, a questo punto nel tentativo di risparmiare si può puntare sull’on-line, come riferito da Rainews.

IL RUOLO DELL’E-COMMERCE – Si perché l’e-Commerce in questi casi può essere molto soddisfacente. In questo caso però bisogna stare attenti a cosa offre il mercato, specie se stiamo parlando di anelli di fidanzamento. Il 55 per cento dei fidanzati è disposto a spendere uno stipendio mentre il 12 per cento arriverebbe a spendere tre stipendi. Se invece si vuole regalare un vestito, si può fare visto e considerato che in tutto il 2013 la vendita di capi d’abbigliamento ha visto una crescita del 30 per cento raggiungendo quota 1.368 milioni di euro di fatturato, divisi per 8,9 milioni di acquirenti, per un acquisto medio di 153 euro. Ma certe cose non possono essere acquistate in internet. Parliamo da esempio dell’intimo. Come riporta il Sole 24 ore per San Valentino 2013 c’è stato un aumento dei rifornimenti dell’intimo del 21 per cento rispetto a quanto non avvenga nel corso dell’anno.

IL CONFRONTO CON IL 2008 – Segno che la lingerie, il cui mercato vale 2,7 miliardi di euro solo nel nostro Paese, rappresenta un regalo gradito in queste feste, così com’è accaduto per il cioccolato ed i cosmetici, aumentati rispettivamente del 2 e del 3 per cento, mentre i profumi sono crollati del 27 per cento. Appare però evidente che negli ultimi anni i valori legati a San Valentino sono a dir poco saltati. Arezzoweb ci porta dei dati relativi al 2008 molto interessanti, specie se confrontati con i dati di oggi. Sei anni fa gli italiani destinarono alla celebrazione di questa festa 60 euro a testa per un giro d’affari di 1,2 miliardi di euro nell’acquisto di cioccolatini, peluche, fiori, gioielli e regali tecnologici.

A COSA SERVE SAN VALENTINO – Già allora si parlò di una contrazione dei consumi, visto e considerato che la crisi attuale affondò le sue radici già in quel periodo. L’Unione Nazionale Consumatori all’epoca ebbe a dire che al cuore non si comanda e che la vendita di cioccolatini, peluche e fiori avrebbe superato del 30 per cento, nel primo e nel terzo caso, i valori del 2007 mentre nel secondo ci sarebbe stato un balzo del 52 per cento. L’Unione dei consumatori, peraltro, diede la sua lettura del fenomeno usando parole a dir poco dirette:

«Questa e altre ricorrenze, come la festa della Donna o quella del Papà, -prosegue l’Unione Consumatori- sono state più che altro inventate per alimentare il giro di affari della produzione e del commercio. In sostanza è stato introdotto, non si sa bene da chi, una specie di dovere civico artificioso che, sfruttando i sentimenti, induce le persone a non sottrarsi a una spesa per evitare una brutta figura»

UN FUTURO PREOCCUPANTE – Evidentemente oggi quei tempi sono lontanissimi. Al di là del fatto che la spesa media ipotizzata dalla Federconsumatori ammonta a 28 euro massimo a testa e che la metà degli italiani non faranno regali, forse è arrivato il momento in cui i consumatori non ritengono più investire in un appuntamento dettato per lo più dal consumismo. E se nel 2013 secondo Telefono Blu avrebbero festeggiato San Valentino quattro milioni di persone, oggi non si può più dire una cosa del genere. Segno che forse è opportuno aumentare la capacità di spesa degli italiani per invogliarli ad investire in questi appuntamenti per alimentare il giro d’affari ed i consumi interni, altrimenti San Valentino rischia di tornare ad essere un giorno come gli altri in cui gli innamorati festeggiano, come farebbero in ogni giorno, ed i single cercano ancora la propria anima gemella.