Quegli otto infanticidi che la giustizia francese non vuol vedere prescritti
20/05/2014 di Redazione

Ha ucciso otto neonati figli delle violenze subite da suo padre, ne ha nascosto i resti per anni e quando sono stati scoperti era ormai troppo tardi. I giudici francesi ora si battono per aggirare il limite invalicabile opposto dalla prescrizione decennale del reato.
I GIUDICI NON SI RASSEGNANO – La giustizia francese ci riprova, la corte d’Appello di Parigi ha rinviato alla Cassazione e sezioni riunite l’analisi del caso di Dominique Cottrez, imputata per otto infanticidi, ormai prescritti perché perpetrati tra il 1986 e il 2000 e scoperti solo nel 2010. La tesi della corte d’Appello e delle corti inferiori che hanno sollecitato l’intervento delle sezioni unite, invero arditissima dal punto di vista giuridico, è che nel processo contro la donna la prescrizione decennale del reato decorra dal momento nel quale è stato scoperto e non da quando è stato commesso.
VITTIMA O ASSASSINA? – La storia è triste e parte dalla scoperta di alcune ossa umane in un’abitazione di Villers-au-Tertre. Era il 2010, il rinvenimento è avvenuto nella casa dei genitori dell’imputata. Indagini successive ne hanno ritrovate altre nell’abitazione in cui si era trasferita nel 2007 con il marito, a oggi estraneo al processo. La donna, nata nel 1965, in seguito ha confessato di aver dato alla luce 8 figli a partire dal 1986 e di averli soffocati immediatamente dopo la nascita, perché erano figli di suo padre, che le usava violenza. Il fatto che la donna abbia potuto portare a termine 8 gravidanze senza essere notata da alcuno si spiegherebbe con la sua corpulenza, tale da rendere impercettibile una gravidanza. Per otto volte la donna è rimasta incinta e per otto volta ha soffocato i piccoli e li ha nascosti da qualche parte in casa, alcuni resti li ha anche traslocati insieme alle sue cose nella nuova abitazione.
TUTTO PRESCRITTO – Le perizie datano però la morte dei piccoli al più tardi al 2000 e la donna è stata scoperta e denunciata nel 2010, quando anche l’ultimo infanticidio era ormai prescritto. Così come ormai sono prescritte le violenze del padre ai suoi danni. Un dettaglio che non è sfuggito ai suoi avvocati, che già hanno fatto ricorso in Cassazione per formare il procedimento con il quale il pubblico ministero cercava la sua condanna a vita, tanto che dopo 2 anni di reclusione la donna è stata rilasciata obbligatoriamente, se non può essere perseguita non può nemmeno essere detenuta in attesa di giudizio. Il che, essendo tra i casi del genere il peggiore che la storia di Francia ricordi, ha lasciato con l’amaro in bocca molti francesi.
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NON CI VOGLIONO STARE – Ora i giudici tentano questa strada disperata, un tentativo umanamente e politicamente comprensibile, ma che ha poca cittadinanza nei territori del diritto, perché se passasse la loro interpretazione ne verrebbe stravolta la tradizionale definizione della prescrizione, ma anche perché non è mai stata tentata prima, nemmeno per cercare la condanna dei più pericolosi criminali. Un tentativo che ha portato gli avvocati a dire che in questo caso quei giudici si stanno inventando il diritto pur di soddisfare l’aspettativa dell’opinione pubblica e di molti politici, tutti abbastanza d’accordo sul fatto che la donna, violentata dal padre o no, prescrizione o no, debba essere condannata. Nel nostro ordinamento «La prescrizione non estingue i reati per i quali la legge prevede la pena dell’ergastolo, anche come effetto dell’applicazione di circostanze aggravanti» e pertanto in un caso del genere i giudici avrebbero modo di agire evitando la prescrizione, perché diversamente da un caso di omicidio senza aggravanti, i giudici potrebbero pervenire a una condanna all’ergastolo a fronte degli otto infanticidi.