Quelli che diventano ricchi con un bug nei videopoker

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L'industria del gioco non ha dato tregua alla coppia di amici che ha approfittato di un buco nella programmazione delle diaboliche macchinette

Una slot machine popolarissima, due amici che scoprono un suo punto debole e passano all’incasso, l’industria del gioco che li accusa di tutto, ma  alla fine risultano colpevoli di niente, una tipica storia americana.



UNA SCOPERTA FORTUITA – John Kane e il suo amico Andre Nestor sono diventati famosi per aver messo nel sacco l’industria del gioco d’azzardo  e in particolare quella che s’affida alle slot machine. Kane nel 2006 ha scoperto un difetto in una delle macchine più popolari e diffuse, ma all’epoca l’addetto al quale cercò di spiegare quel che era successo disse che si era sicuramente sbagliato e gli pagò la vincita. Arruolato l’amico Andre, un giocatore con una spiccata dipendenza dalle slot,i due provarono e riprovarono fino a che non riuscirono a capire che un bug nel programma permetteva retroattivamente di aumentare le puntate e quindi le vincite. Si potevano puntare per ore pochi centesimi alla volta e alla prima occasione di vittoria incassare come se si fosse puntato grosso.



UN BUG DIFFUSISSIMO –  Le macchine erano quelle della International Game Technology, le Game King 5.0., quotata in borsa del 1981 e la prima, fin dagli anni ’70, a sfruttare la versatilità dell’elettronica per offrire slot versatili nella grafica come nell’accettare puntate d’importi diversi. La release del modello 2005 conteneva lo stesso bug, che nessuno aveva mai scoperto prima e che dal 2006 Il 2009 avrebbe trasformato John e Nestor in invincibili mungitori di slot. I due hanno incassato un gran numero di vincite da diverse migliaia di dollari, fino a che la sicurezza di un casinò non si accorse che John stava vincendo somme al di fuori di ogni logica matematica.

LA FINE DEI GIOCHI – Così nel 2009 la pacchia è finita e prima John e poi Nestor sono stati arrestati, le macchine analizzate e il bug scoperto e (si spera) rimediato, ma ai due è toccato aspettare fino al 2013 per vedersi finalmente assolti e quindi liberi di godersi le vincite accumulate nel frattempo. L’industria del gioco aveva spinto fino a portare i due di fronte a una corte federale, accusati di hacking e «frode via cavo», due accuse che però non hanno retto, perché il sistema scoperto dai due non prevedeva alcuna incursione informatica e nemmeno il sabotaggio delle macchinette, i due si limitavano semplicemente a premere gli appositi bottoni, nulla di più.



L’ASSOLUZIONE FINALE – Sul finire del 2013 la procura federale provò anche a metterli l’uno contro l’altro, una volta che fu chiaro che non c’erano appigli legali per condannarli, ma i due rifiutarono entrambi e così al tribunale dell’US Ninth Circuit Court of Appeals non restò che mandarli assolti.