Quelli che… “Neil Armstrong non è mai andato sulla Luna”

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La bandiera che sventola. L'ombra che non c'è. Il film di Stanley Kubrick. E tutte le risposte al delirio complottista più famoso di sempre.

Se ci fosse una top ten del complottismo, al primo, primissimo posto, come in posizione di progenitore assoluto, insieme ai fasti delle scie chimiche, dei rettiliani e del nuovo ordine mondiale ci sarebbe il complotto della Luna. L’uomo, si sa, è noto, è risaputo, sulla Luna non c’è mai andato: è tutto un complotto degli americani che hanno ingaggiato Stanley Kubrick per riprodurre negli studi Mgm inglesi un perfetto allunaggio.



COMPLOTTO! – In sintesi, la tesi complottista è proprio questa. Che ha resistito per tutti questi anni e si ripropone imponente sulla rete, sui social network, sui blog, all’indomani della morte di Neil Armstrong, il grande astronauta, l’uomo del piccolo passo per l’uomo ma del grande passo per l’umanità.

La teoria complottista dell’inganno lunare è diventata talmente proverbiale che, a un certo punto, come riporta The Onion, lo stesso Neil Armstrong si è convinto di aver visto qualcosa che non esisteva.



Il comandante della missione Apollo 11 e noto astronauta Neil Armstrong ha lasciato di stucco i reporter ad una conferenza stampa, annunciando di essersi convinto che il suo storico primo passo sulla luna fosse parte di un elaborato falso orchestrato dal governo Usa.

Ovviamente è ironia: The Onion è un notissimo giornale satirico americano. Ma la propaganda complottista è talmente battente, e riproposta da talmente tanti anni, che davvero, persino Armstrong avrebbe potuto ritrovarsi convinto di aver vissuto in un inganno: “E’ diventato ormai dolorosamente chiaro per me che quel 20 giugno 1969 il modulo lunare sotto il controllo del mio equipaggio non viaggiò, in effetti, 250mila miglia per otto giorni, toccò la superficie lunare ed effettuò vari esperimenti, aprendo una nuova era dell’umanità. Invece, l’intera operazione fu filmata su un palco, probabilmente in Nuovo Messico”.



L’INIZIO – La teoria del complotto che vuole l’intera operazione Apollo un gigantesco falso parte nel 1974, due anni dopo la dismissione del programma Apollo, con il libro We Never Went to the Moon di Bill Kaysing. Kaysing, già impiegato presso un’azienda attiva nel business della tecnologia aeronautica, la Rocketdyne, iniziò col dire che nel 1960 “gli Stati Uniti d’America non avevano la tecnologia necessaria per andare sulla Luna”. Secondo Kaysing le probabilità effettive di un allunaggio sarebbero state del 0.017%: gli Stati Uniti, beffati ed in ritardo rispetto ai russi nella corsa allo spazio, per recuperare il terreno perduto non si sarebbero fatti scrupoli nel inscenare l’allunaggio grazie alla collaborazione di Walt Disney, la sceneggiatura di Arthur C. Clarke – quello di 2001: Odissea nello Spazio – e la regia di Stanley Kubrick, che era appena uscito al cinema proprio con “2001”, convinto a collaborare dall’Fbi grazie alla minaccia di agire su suo fratello Raul, colluso con il Partito Comunista Americano.

400MILA GONZI – Qualcuno avrebbe dovuto avvertire i complottisti del fatto che Raul Kubrick semplicemente non è mai esistito, perché Stanley non aveva fratelli ma solo una sorella. Sia come sia, oltre a queste affermazioni sul livello tecnologico e sul coinvolgimento di nomi noti di Hollywood – ovviamente, come da prassi, mai provate – i complottisti della Luna hanno nel corso degli anni messo insieme una straordinaria serie di presunte prove a sostegno della loro teoria: l’uomo non è mai andato sulla Luna. Fra gli scienziati e gli addetti ai lavori non c’è mai stato dubbio, l’uomo è andato sulla Luna, anche perché al programma lunare lavorarono qualcosa come 400mila persone su dieci anni, per cui, nascondere il tutto sarebbe stato abbastanza difficile. Non solo: negli anni la scienza ha prodotto mucchi e mucchi di prove indipendenti che dimostrano che l’uomo è, effettivamente, arrivato sulla Luna – fra cui i laboratori scientifici sovietici che, allora, tracciarono la missione Luna e, se avessero beccato il falso, sarebbero stati i primi a voler sbufalare gli americani.

LE PROVE – Fa nulla. Secondo i complottisti l’obiettivo dell’amministrazione Kennedy – Johnson prima (“dobbiamo andare sulla Luna proprio perché è difficile”, diceva JFK) e Nixon poi era ridare slancio all’autostima americana sconfitta dai sovietici nello spazio e dai Vietcong nel sudest asiatico. Così: set cinematografico, sceneggiatura eroica, qualche riflettore e cast tecnico e artistico ridotti al minimo. Gli astronauti, il regista, e tutto il personale di studio – agenti della Cia. Purtroppo però, secondo i complottisti, era inevitabile che qualche errore svelasse le cattive intenzioni degli americani: così fin dagli anni ’60 i sostenitori della tesi dell’imbroglio passano al lumicino le foto e le notizie dell’allunaggio per trovare prove e dimostrazioni della loro teoria. Elencarle tutte, per quante sono, sarebbe veramente lunghissimo.

E LE STELLE? – Selezioniamone alcune e vediamo come sono state, sistematicamente, smentite. Una delle affermazioni più note riguardo le foto della Luna è che “mancano le stelle” sullo sfondo: che errore grossolano, da parte dei tecnici del complotto.

Già, ma come spiega il blog “Complotti Lunari” che riassume in una singola pagina scritta dal principe dei debunker Paolo Attivissimo tutte le principali affermazioni complottiste, il problema è che la Luna, riflettendo la luce del Sole, rende impossibile la vista delle stelle: è un effetto che i fotografi conoscono bene, e d’altronde “se siete allo stadio, di sera, vedete le stelle in cielo nonostante i riflettori che illuminano il campo? Appunto.  È una questione di tecnica fotografica di base. Del resto, le stelle non ci sono neanche nelle foto scattate nello spazio dal nostro Umberto Guidoni o dagli astronauti dello Shuttle, come lo svizzero Claude Nicollier nell’immagine” che pubblichiamo.

Anzi, no, “perché alla NASA sono deficienti e si dimenticano di mettere le stelle quando falsificano le foto per un complotto dal quale dipende il prestigio e la credibilità dell’intera nazione”.

E LA BANDIERA? – La famosa bandiera piantata dagli astronauti? L’avete mai osservata per bene?

Perché è tutta increspata? Non dovrebbe cadere a piombo, non essendoci alcuna atmosfera né vento sulla Luna? La Nasa, che ha una speciale pagina anticomplotto, ci invita a guardare meglio: “Non tutti gli sventolii hanno bisogno di vento, almeno, non nello spazio. Quando gli astronauti hanno piantato la bandiera l’hanno ruotata avanti e indietro per piantarla bene”, come un qualsiasi palo da tenda insomma: “Perciò, certo che la bandiera ha ondeggiato”. Non solo: per farla rimanere eretta – proprio perché non c’è vento sulla Luna: sulla Luna – la bandiera viene sostenuta da un’asta orizzontale chiaramente visibile, inserita di fretta da Armstrong e Aldrin. Anche per questo la bandiera è increspata. Della bandiera si disse che mancava anche l’ombra, nascosta, invece, in un avvallamento retrostante.

E I SOVIETICI? – Sulle ombre i complottisti hanno passato moltissimo del loro tempo libero: perché sembrano esserci più fonti di luce? (Perchè la Luna riflette il Sole, e dunque è essa stessa una fonte di luce); perché le ombre non sono parallele? (Si chiama prospettiva); perché hanno lunghezze differenti? (Increspature, avvallamenti, colline non percepibili dalle foto deformano le immagini). E via dicendo, ce n’è per tutti i gusti: perché gli astronauti fanno salti così piccoli? (Questione di massa e peso); perché non si vede alcun cratere di atterraggio? (Perché grazie alla mancanza di atmosfera l’energia richiesta all’allunaggio era molto poca); perché i sovietici non hanno mai provato ad andare sulla Luna? (Ci hanno provato, ma la loro missione N1 esplose e per vergogna occultarono i documenti); perché non siamo più tornati sulla Luna? (Perché costava troppo, la corsa allo spazio era stata vinta, ai sovietici – precisa il Daily Telegraph – “non interessava arrivare secondi” e agli americani mancava la volontà politica di ripetere l’impresa).

TUTTA COLPA DI OPTIMUS PRIME – Oppure, come suggerisce la notissima opera altamente scientifica “Transformers 3”, film di fantascienza girato da Michael Bay, perché sulla luna c’era l’astronave degli Autobot e i malvagi Decepticon al soldo di Megatron truccarono i bilanci della Nasa.

La verità, più probabilmente, come disse il comandante Armstrong in una delle sue scarsissime interviste recentemente concessa ad un network australiano, “la gente ama i complotti, sono molto attraenti. Ma non mi sono mai preoccupato particolarmente, perché so che qualcuno presto andrà lì sopra e prenderà la macchina fotografica che ho lasciato lì sopra”. Forse, a quel punto, il tam tam complottista finirà. Forse.